Elezioni suppletive: il decalogo di De Luca, dallo Stato federale a sanità e scuola

Cateno De Luca presenterà il programma per la Brianza il 29 settembre: intanto ha illustrato il decalogo.
Elezioni suppletiva Senato Cateno De Luca
Elezioni suppletiva Senato Cateno De Luca Fabrizio Radaelli

Cateno De Luca presenterà il programma per la Brianza il 29 settembre: venerdì 22, ha, invece, illustrato il suo decalogo per l’Italia e, come fa da settimane, ha punzecchiato gli avversari alle suppletive del 22 e 23 ottobre.

Elezioni suppletive: il decalogo di De Luca, le frecciate agli avversari

«Adriano Galliani – ha affermato l’esponente di Sud con Nord – vuole continuare a fare il suo mestiere perché in Parlamento si è annoiato. Marco Cappato, invece, un lavoro non ce l’ha».
L’aspirante senatore si è appellato ai leghisti: «Sono – ha assicurato – più autonomista di voi», ai sindaci che parlano la sua «stessa lingua» e ai cattolici del Pd «che non possono votare Cappato. Io – ha aggiunto – sono un civico e ho i vostri stessi valori».

Elezioni suppletive: il decalogo di De Luca, i punti di politica nazionale

Il decalogo, ha chiarito, costituisce la prima parte del suo programma e tocca tematiche di competenza del Parlamento che riguardano anche il territorio della Brianza.
L’affermazione «Mai più Roma ladrona» che apre i dieci punti non è altro che una stoccata a Matteo Salvini e «all’involuzione» che ha impresso al movimento fondato da Umberto Bossi.

«Noi – ha detto – vogliamo uno Stato federale formato da macro regioni, non le venti microregioni della riforma Calderoli». Nelle istituzioni, ha proseguito, servono persone di esperienza elette con le preferenze e non «asini volanti» pescati tra chi «sculetta, scodinzola» o fa parte di cerchi magici.
Ai «sindaci statisti di frontiera» andrebbero riconosciuti, recita il terzo punto, maggiori poteri riguardo lo sviluppo economico, la sicurezza e la cura del territorio.

Elezioni suppletive: il decalogo di De Luca, la gestione dei servizi

La gestione dei servizi essenziali quali la sanità, l’erogazione dell’acqua e la raccolta dei rifiuti, prosegue il decalogo, andrebbe affidata agli enti pubblici abolendo il «pizzo legalizzato» costituito dalla privatizzazione e la scuola dovrebbe essere «per tutti e per la vita» tramite l’organizzazione di stage periodici e l’abolizione del numero chiuso alle facoltà universitarie. I comuni, ha suggerito il candidato, dovrebbero varare piani straordinari finanziati dalla Cassa depositi e prestiti per garantire «più case» a canone agevolato agli studenti fuori sede e ai lavoratori.

Elezioni suppletive: il decalogo di De Luca, i “villaggi della speranza”

I «villaggi della speranza» nei distretti produttivi destinati ai migranti da formare e inserire nelle aziende si contrappongono alla politica migratoria del Governo Meloni. Il reddito di cittadinanza, secondo De Luca, dovrebbe essere sostituito da quello «di civiltà» assegnato ai disoccupati che trovano un datore di lavoro o svolgono lavori socialmente utili.

«La salute non si commercia – ha dichiarato De Luca – per questo sono contrario alla liberalizzazione delle droghe di qualsiasi tipo e alla legalizzazione della prostituzione che rende le donne oggetto di commercio».
Il decalogo si chiude con un perentorio «No ai Caronte». «Dio ci dà la vita e ce la toglie – ha commentato l’aspirante senatore – non è accettabile che ci siano personaggi che fanno fortuna facendo i Caronte perché non hanno un altro mestiere». L’allusione nemmeno tanto velata è a Cappato, sostenitore del suicidio assistito.