Poco meno di 200 donne (210 se si contano anche i casi ancora in corso dal 2023) sono passate di lì. In un solo anno. Di queste, la grandissima parte ha deciso di fare il primo passo. E cercare di uscire dal buio. Vimercate e il vimercatese non sfuggono alla piaga della violenza. I dati del 2024 di Telefono Donna, il centro anti violenza che da sette anni lavora con il Comune nel delicatissimo compito di accogliere e assistere sotto il profilo personale, psicologico e legale le vittime di abusi fisici o psicologici, certificano che anche la Brianza sonnacchiosa e benestante, quella che sembra distante anni luce dal disagio, non è un’isola felice. Che le ombre che fanno davvero paura si proiettano non davanti alle facciate, ma dietro i muri di borghesi palazzine. Il trend del territorio ricalca, in linea generale, quel che avviene a livello nazionale. E dice che il fenomeno persiste. Perché di compagni, mariti, ex fidanzati e via dicendo incapaci di gestire una relazione sana o in molti casi anche una separazione ce ne sono ancora troppi.
Vimercate: nel 2024 una chiamata ogni due giorni a Telefono Donna, i numeri
Cosa raccontano, nel dettaglio, i numeri? Anzitutto che i contatti, nel corso del 2024, sono stati 162. Quasi uno ogni due giorni. Di questi 122 quelli che si sono trasformati in altrettante prese in carico da parte del centro, contro 40 che non hanno avuto seguito. Come sempre dietro i dati, la situazione è più complessa. Dei 40 contatti sfumati, una decina quelli che sono o stati dirottati verso altri centri per competenza territoriale o si sono limitati ad un incontro di ascolto, che si è concluso lì Il resto, la fetta più consistente, è quella composta di segnalazioni che non partivano dalla vittima. Provenienti o dai servizi sociali, i pronto soccorsi o addirittura da conoscenti della donna stessa.
E questo è un punto cruciale da comprendere prima di affrontare il resto: «Se si vuole aiutare una persona vittima di violenza – spiega Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna – è fondamentale che la cosa non cali dall’alto e che la vittima non si senta obbligata o trascinata per i capelli. Si ottiene l’effetto contrario. La decisione di rivolgersi ad un centro anti violenza deve essere personale, voluta dalla vittima in prima persona».
Vimercate: nel 2024 una chiamata ogni due giorni a Telefono Donna, l’identikit di chi chiede aiuto
Una scelta maturata, insieme alla volontà di spezzare la catena malata. Le donne che si sono rivolte al centro lo hanno fatto per la gran parte (87) spontaneamente e per lo più telefonando. E a dispetto di quel che verrebbe da pensare, gli episodi che le hanno condotte lì non sono fenomeni “estranei” al nostro paese. La gran parte delle vittime (151) è risultata, come anche negli anni scorsi, di origine italiana con aguzzini sempre di origine italiana. Certo, va detto che vi sono culture dove il ruolo della donna è più defilato e le possibilità di uscirne sono più difficili, ma questo non si traduce in un’estraneità nazionale al fenomeno.
Che colpisce donne adulte – la fascia più colpita fra i 18 e i 50 anni di età (160 su 210 ), per lo più sposate e con un lavoro (123 contro solo 3 casalinghe). E un livello di istruzione medio alto. Dei casi 2023-2024, sono 133 le vittime con almeno il diploma superiore, 41 con licenza media e 28 con laurea . Dei 210 casi, 109 sono stati valutati di basso pericolo per la vittima, ma sono stati ben 25 quelli nella fascia più alta. Purtroppo però le denunce hanno ancora bisogno di uno sprint finale. Nel 2024, le donne che avevano denunciato prima di rivolgersi al centro sono state 81 contro le 118 che non lo avevano fatto.