Revenge porn ed estorsioni online: crescono i minorenni tra le vittime

I maschi tra i 14 e i 17 anni sono le vittime preferite di vere e proprie organizzazioni criminali, tra i 10 e i 13 anni quelle degli adescatori online
Polizia postale
Polizia postale

C’è Alessio, 14 anni, che una sera, nella sua cameretta, si trova davanti, sullo schermo del telefonino, su un social, un messaggio di una ragazza da sogno, almeno dalla foto profilo, che lo invita a spogliarsi. Che c’è di male? Che trascorso qualche minuto, sempre su quel social, cominciano ad arrivare minacce: “Paga o la tua foto finirà online, ti vedranno tutti, anche i tuoi”. Panico, inevitabile. Ma Alessio fa la cosa giusta: prende coraggio e ne parla prima con mamma e poi con papà e con loro va a sporgere denuncia.

Ha evitato così quello che la Polizia postale, in una recentissima relazione del Dipartimento di pubblica sicurezza diffusa dal Ministero dell’Interno, definisce “accerchiamento” prodotto da vere e proprie organizzazioni criminali ”dedite alle truffe online con la “sextortiontra le loro “specialità”. Le richieste estorsive partono dai profili social delle vittime “per poi spostarsi sulla messaggistica fino alle chiamate dirette sul cellulare”. E i maschi tra i 14 e i 17 anni, guarda caso, sono le loro vittime preferite. Ma sono anche sempre di più, dicono ancora le stesse Forze dell’ordine, quelli che chiedono aiuto alla Polizia attraverso il sito istituzionale www.commissariatodips.it

Revenge porn e sextortion: la tecnica di “accerchiamento” delle organizzazioni criminali

In crescita, inevitabilmente, i casi di “revenge porn”, ovvero la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite: nel primo semestre di quest’anno sono aumentati del 20% rispetto allo stesso periodo del 2023 (quasi 750), 139 dei quali (+99%) con vittime minorenni.

Bambini tra i 10 e i 13 anni sono invece il “target” degli adescatori online: sempre nel primo semestre di quest’anno, sulle 191 vittime minorenni, casi trattati dalle forze dell’ordine dopo una denuncia, gli infratredicenni sono stati oltre la metà, 116. Anche in questo caso i social sono o luoghi: “in cui più di frequente avvengono gli approcci sessualizzati” seguiti dalla messaggistica istantanea e dai videogiochi online. In crescita del 7% anche i casi di cyberbullismo con vittime, ancora, soprattutto tra i 14 e i 17 anni. Non sono mancati tuttavia casi (7) che hanno visto loro malgrado protagonisti bambini sotto i 9 anni.

Media e minori: la Polizia postale mette in guardia da un utilizzo troppo precoce

La Polizia postale mette in guardia sull’utilizzo troppo precoce e non controllato di smartphone e strumenti tecnologici da parte di preadolescenti e bambini, con tra l’altro possibili conseguenze dannose dal punto di vista psicologico e comportamentale, invocando una maggiore attenzione da parte dei genitori per alimentare una sinergia con forze di polizia e operatori sociali affinché emerga il “sommerso delle violenze” perché: “I reati contro i minori costituiscono un crimine contro l’intera società, denunciarli è un obbligo giuridico e morale”.

Vittime minorenni: reati tradizionali compiuti soprattutto da uomini tra i 35 e i 64 anni

I reati “tradizionali” contro i minori vedono invece vittime soprattutto bambine e ragazze infraquattordicenni. Gli autori sono nella stragrande maggioranza uomini, italiani, in sei casi su dieci tra i 35 e i 64 anni. Nel 2024 si è visto tra l’altro un aumento del 19% di recidiva. Abusi di mezzi di correzione, maltrattamenti, violenze sessuali di gruppo e sottrazione di persone incapaci, i reati che tra gennaio e giugno (complessivamente oltre 20mila, +10% rispetto al 2023) hanno visto le più alte percentuali di crescita. Un incremento addirittura dell’83% è stato registrato dalle vittime minori di pornografia minorile. Gli abusi sessuali vedono vittime soprattutto “bambine e giovani donne”. Riguardo alla violenza sessuale di gruppo, se nel 2023 le vittime con meno di 25 anni sono state il 62%, il 56% nei primi sei mesi di quest’anno, analizzando le segnalazioni a carico di presunti autori noti emerge che il 42% siano minorenni, tra i 14 e i 17 anni, seppur in calo rispetto al 2022 quando furono addirittura il 68%.