Violenza contro le donne: Areu e Where are U, cinque domande per riconoscere il pericolo

C'è anche la tecnologia per aiutare le donne in situazioni di difficoltà e pericolo: quella messa a disposizione dalla app di Areu "Where are U".
App Areu Where are you
App Areu Where are you

C’è anche la tecnologia per aiutare le donne in situazioni di difficoltà e pericolo: quella messa a disposizione dalla app di Areu “Where are U” che, ormai da dieci anni, permette di chiamare i soccorsi anche in modalità silenziosa permettendo la geolocalizzazione di chi chiede aiuto.

Violenza contro le donne: Areu e Where are U, “personale altamente preparato e qualificato”

Dall’altra parte del telefono, alla centrale del numero unico 112 c’è “personale altamente preparato e qualificato a prendere in carico la persona vittima di violenza non appena arriva la chiamata – ha detto il direttore generale Massimo Lombardo intervenendo lunedì a Palazzo Lombardia al convegno ‘Contro la violenza, una rete al tuo fianco’ organizzato dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Elena Lucchini Un piccolo strumento che supporta e rafforza le potenzialità del nostro gruppo di lavoro dedicato alla presa in carico extraospedaliera delle donne vittime di violenza“.

Violenza contro le donne: Areu e Where are U, cinque domande standard per supporto adeguato

Grazie a un sistema di valutazione standardizzato basato su 5 domande i soccorritori “sono in grado di identificare tempestivamente le situazioni a più alto rischio e fornire un supporto adeguato“. Areu ha fornito anche qualche dato, risalente al 2023: sulle chiamate arrivate nei primi cinque mesi, sono state identificate  2.594 richieste di soccorso riconducibili a violenza di  genere. Circa il 10% di queste arriva all’Emergenza Sanitaria, mentre il 90% alle Forze dell’Ordine. Spesso, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, viene contattata l’Emergenza sanitaria “perché la donna riporta lesioni”.

Violenza contro le donne: Areu e Where are U, in 14 regioni

La app oggi è attiva in 14 regioni d’Italia: oltre alla Lombardia, nel Lazio, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna, Calabria, Abruzzo, Puglia e nelle province autonome di Trento e Bolzano.

“Areu – ha continuato Lombardo – si prende cura delle donne garantendo professionalità e vicinanza attraverso un percorso formativo che abbiamo strutturato sui differenti setting lavorativi nei quali i nostri operatori lavorano. Vale a dire NUE112 (primo contatto), SOREU (secondo contatto e ricezione delle informazioni sanitarie) e Articolazioni Aziendali Territoriali (attività sui mezzi di soccorso, cioè chi soccorre)“.