“Fermiamo Pedemontana, Viviamo la Brianza“: è l’appello dei gruppi, associazioni ambientaliste, Comitato di Cittadini delle tratte B2, C e D che chiamano cittadini, rappresentanti delle istituzioni, liste civiche e forze politiche a una mobilitazione il prossimo 17 dicembre, “giorno in cui saremo nelle piazze dei Comuni che si vorrebbe far attraversare dall’autostrada”, dicono. A promuovere la mobilitazione sono Associazione Colli Briantei, Alternativa Verde Desio, Coordinamento No Pedemontana, Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate, Legambiente circolo Laura Conti di Seveso, Legambiente Seregno , Lista Altra Bovisio, Lista Passione Civica Cesano Maderno, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda, ImmaginArcore, Meltingpot Arcore, Gas Vitale Arcore, Seveso Futura, Un Parco per Bernareggio, Comitato Fermaecomostro tratta D breve, gruppo No Pedemontana Lesmo, comitato PedemontaNO di Vimercate.
L’appello degli ambientalisti brianzoli contro Pedemontana
“È giunto il tempo di scegliere da che parte stare. Se dalla parte di chi Pedemontana non la vuole, o da quella di chi la vuole. Ora non è più data una terza possibilità – scrivono gli organizzatori della mobilitazione in una nota – Regione Lombardia non accetta nessuna modifica per mitigarne l’impatto – spiegano – A favore di Pedemontana oggi rimangono coloro che fiancheggiano gli interessi del business dell’asfalto e del cemento e che hanno una visione del futuro della Brianza che replica semplicemente quella di un passato i cui effetti sono sotto i nostri occhi: aria ammorbata, insostenibile consumo di suolo, disordine urbanistico, viabilità critica, traffico caotico mai alleggerito dalle nuove strade realizzate e basso standard qualitativo della vita“.
L’appello degli ambientalisti: “Pedemontana non è la soluzione”
“Pedemontana – specificano – non rappresenta per la Brianza la soluzione ai problemi viabilistici sulla direttrice est-ovest e insistere per volerne il completamento è da irresponsabili. Essa comporterebbe un impiego abnorme di risorse pubbliche ottenute con prestiti da restituire e che potrebbero avere altre destinazioni, come il trasporto pubblico, le infrastrutture ferroviarie per passeggeri e merci, la conversione dalle energie fossili a quelle rinnovabili attraverso il fotovoltaico. I costi realizzativi elevati comporteranno, come sulle tratte già in esercizio, pedaggi alti e conseguenti scarsi flussi di traffico, anche perché non si intercetteranno gli spostamenti sulle brevi percorrenze, che si riverseranno invece sulla già problematica viabilità locale“.
L’appelli degli ambientalisti: “Il problema diossina della tratta B2 sottovalutato”
E ancora, andando nel dettaglio, secondo i promotori della mobilitazione: “Per la tratta B2, il problema della diossina TCDD, presente sul territorio interessato dalla catastrofe della Icmesa, risulta sottovalutato rispetto agli interventi previsti“. Inoltre: “La sottrazione degli spazi liberi con nuovo cemento e asfalto, la devastazione di un territorio agricolo e boschivo di pregio caratterizzerà tutte le tratte (B2, C e D)“. E poi: “Gli aumenti dei costi delle materie prime rendono insufficienti le risorse finora ottenute per realizzare le tratte progettate, mentre quella finale (D) non è mai stata finanziata. L’ostinazione a perseguirne il completamento comporterà dunque ulteriori esborsi dalle casse pubbliche, oppure costringerà a risparmi ottenuti tagliando compensazioni, mitigazioni, Greenway ed opere connesse“.