Maggio, forse giugno: allora le ruspe arriveranno per le tratte B2 e C dell’autostrada est-ovest, quella che gli industriali da anni indicano come indispensabile per lo sviluppo (e tanti Comuni e comitati contestano). Ne è sicuro Sabatino Fusco, direttore generale di Autostrada Pedemontana Lombarda, che torna a fare il punto con il Cittadino a pochi mesi dai cantieri.
Pedemontana, il punto del dg Fusco: lavori in più punti contemporaneamente
B2 significa Lentate-Cesano, C si traduce in Desio-Vimercate. «Siamo già partiti con le opere propedeutiche, in primavera partiremo con quelle più evidenti – assicura il manager – Siamo di fronte a un progetto corposo, l’opera autostradale più importante d’Italia. Per maggio-giugno dobbiamo completare gli espropri, perché è indispensabile avere la disponibilità di tutta l’area interessata dal progetto di Pedemontana».
I lavori non procederanno “in senso di marcia” ma attaccando più fronti contemporaneamente, con luoghi programmati dal general contractor (cioè l’impresa che gestisce appalti complessi e poi procede affidando a diverse ditte le parti dell’intervento).
«Si è parlato di mille giorni: diciamo che cercheremo di arrivare con tratte funzionanti per le Olimpiadi invernali. Ci sono casi specifici: per esempio gli effetti sulla Milano-Meda arriveranno prima, per il 2026 mi aspetto di avere una strada più sicura e confortevole».
Pedemontana, il punto: la conferenza dei servizi sulla D breve e “l’occasione persa”
Sulla D, o meglio D breve, è invece in corso la conferenza dei servizi convocata dal ministero. Fusco taglia corto: «Era stato previsto un tempo supplementare per essere quanto più possibile disponibili nei confronti di chi ha manifestato dissenso. Io credo che qualcuno ha perso un’occasione per essere più pragmatico (parla dei sindaci del Vimercatese, ndr) a favore del proprio territorio di riferimento».
Pedemontana, il punto: i costi
La società non teme l’impennata di costi delle materie prime, per le quali ha attivato un sistema di monitoraggio che «ci evidenzia una situazione meno drammatica di quanto potessimo pensare. La materia prime, l’aumento dei costi, si sono raffreddati. Ma siamo comunque pronti ad affrontare qualsiasi evenienza».
Si parla per le sole B2 e C di lavori che valgono 1 miliardo e 270 milioni, con 300 milioni per gli espropri e altri 100 per togliere le interferenze (le sottoreti, per esempio), mentre i costi di progettazione sono invece parte integrante del contratto con il general contractor, per un valore di 12 milioni.
«Per quanto ci riguarda, i conti tornano – aggiunge il direttore generale di Pedemontana – E tornano anche sui flussi di traffico: abbiamo preso il 2022 post Covid come benchmark per il 2023 ed è stato riscontrato un +6% di traffico su tutta la rete. Va anche meglio delle attese. Lo studio sul traffico peraltro è stato ricalibrato, dopo il Covid, e gli scenari oggi sono in linea con quelli del contratto di funzionamento, di conseguenza è già una risposta alla sostenibilità del progetto».
Pedemontana, il punto: gli ambientalisti
E poi c’è l’altro fronte, quello ampio degli ambientalisti, nel Vimercatese e non solo. «Credo che a volte si fermino alla pagliuzza e perdano di vista la trave. Un esempio: fare Desio-Vimercate in determinate ore servono più di sessanta minuti, per fare 20 chilometri. Pensare che sia normale significa perdere contatto con la realtà. Con Pedemontana potranno essere fatti in dieci a 120 chilometri all’ora, il doppio, in venti, se si va a 60 all’ora. Questo è il vero vantaggio. E lo è soprattutto per la zona della tratta C, popolata e ricca di iniziative imprenditoriali e industriali. Senza contare che il progetto prevede di fare larga parte dell’autostrada scavando, quasi il 90%, il 48% in galleria. Di norma un ingegnere farebbe tutto in rilevato: costa meno. Pedemontana è più costosa perché è pensata per essere meno impattante».