Il sequestro del terreno su cui sorge (o, per meglio dire, dovrebbe sorgere…) il “Villaggio dei Pini” di Usmate Velate (operazione immobiliare del valore di 30 milioni di euro) comincia a creare tensioni e rabbia.
Sono gli acquirenti le vittime principali di tutta questa vicenda che oggi, alla luce dell’ordinanza della magistratura che ha imposto lo stop a ogni iniziativa, getta nella disperazione venticinque famiglie che hanno visto distruggere in un attimo il sogno di una vita: un’abitazione di proprietà nella serenità e in mezzo al verde della Brianza. Ma al di là delle umane ambizioni e speranze, sulla carta per molte delle famiglie coinvolte le conseguenze potrebbero essere gravissime.
Usmate Velate, terreno sequestrato: le famiglie che hanno acquistato una casa al “Villaggio dei Pini” hanno incontrato la sindaca
Nel pomeriggio di giovedì 25 luglio si è tenuto un Consiglio comunale al quale hanno partecipato molte delle famiglie che stanno attraversando la via crucis per quella casa che non sanno se mai riusciranno ad avere. L’assemblea consiliare, al suo ordine del giorno, prevedeva l’approvazione delle linee programmatiche del nuovo governo cittadino, fresco di vittoria elettorale.
Ma l’opposizione, sia con Stefano Vimercati che con Vanessa Amati, ha ritenuto opportuno sottolineare il dolore, la preoccupazione a la disperazione di quelle famiglie che in verità si aspettano una risposta dal sindaco. Risposta che però, sembra sia stata anticipata in un incontro il giorno prima tra la stessa prima cittadina e alcune delle famiglie coinvolte, con la questione che sarebbe stata delegata a trattative fra avvocati.
E poiché non è stata data la parola alle vittime del “Villaggio dei Pini” (non è prevista in consiglio comunale, ndr), la loro rabbia è esplosa alla fine della seduta, all’esterno. Lacrime, urla di ogni genere all’indirizzo degli amministratori, accusati di non “rendersi conto del dramma che stanno vivendo queste persone”. Una vicenda che pare, dunque, essere solo agli inizi.
Usmate Velate, terreno sequestrato: le storie delle famiglie
C’è chi ha venduto l’abitazione dove abitava per poter versare un acconto sulla nuova residenza, c’è chi ha sottoscritto un mutuo bancario impegnando il proprio futuro con sacrifici economici non da poco. E c’è chi, alla luce di tutto questo, oggi è costretto a cercare una casa in affitto sperando che prima o poi la situazione si possa sbloccare .A dire la verità, però, sono molti i dubbi che tutto possa risolversi in breve tempo. I tempi della giustizia in Italia non sono di certo velocissimi. A maggior ragione quando, al centro del contendere, vi è un’ipotesi di corruzione fra un dipendente pubblico e un privato (in questo caso il costruttore) che, per essere provata (o scartata) abbisogna di indagini, documentali e non, approfondite.
Usmate Velate, terreno sequestrato: l’iter giudiziario
E l’iter giudiziario, qualora dovesse essere accertata un’azione corruttiva, potrebbe perfino concludersi con la confisca degli immobili e dell’area stessa e, addirittura, in sede di giudizio potrebbe essere deciso anche l’abbattimento degli edifici in costruzione. Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, definite dal D.P.R. 380/01, infatti, la loro applicazione varia in base alla natura dell’abuso edilizio e sono: demolizione, appunto, della costruzione irregolare e ripristino dello stato dei luoghi; acquisizione al patrimonio comunale o sanzione pecuniaria adeguata, rispettivamente nel caso in cui la demolizione non sia eseguita entro i termini (90 giorni dall’ingiunzione) o non possa essere attuata. Al danno (grave), in questo caso si aggiungerebbe una tremenda beffa.