È terminata la messa alla prova del sindaco di Ornago, Daniel Siccardi, che ha così estinto la sua pena per simulazione di reato. Ma in lui resta l’amaro in bocca. Il primo cittadino che aveva denunciato nel 2021 di essere stato vittima di minacce attraverso messaggi inviati via posta elettronica, rinvenuti nella casella della posta, e alcuni volantini lasciati negli uffici del Comune era stato poi indagato e accusato di essersi inventato tutto. A quel punto Siccardi tramite il suo legale aveva chiesto la sospensione del processo, estinguendo l’accusa mossa dai magistrati digitalizzando tutta la documentazione cartacea del Comune per otto mesi.
Ornago, finita la messa in prova dopo l’accusa di simulazione di reato: «Conclusa la vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto»
Ora questo percorso è concluso, ma è proprio il sindaco a tornare sulla vicenda. «Dopo due anni di calvario si è conclusa la vicenda giudiziaria che mi ha visto coinvolto. Oggi più che mai voglio ribadire che la parte giudiziaria di questa storia è solo un ulteriore incubo nato da un incubo – ha scritto Siccardi in un lungo comunicato – In questi anni non ho mai smesso di sostenere la mia innocenza perché io so quello che io ed i miei cari abbiamo vissuto in quelle settimane. Tutt’oggi mi sembra assurdo pensare a come sia stato possibile passare da vittima ad accusato. Non auguro a nessuno di sperimentare sulla propria pelle il senso di impotenza di chi è minacciato in forma anonima e auguro ancora meno di dover vivere quello che c’è stato in seguito. Il percorso giudiziario non si è certo concluso nel modo che avrei voluto. La scelta di passare alla messa alla prova è stata molto sofferta. Ho però sempre avuto molta fiducia nel mio legale che mi ha, con molta trasparenza, presentato la situazione per quella che era».
Ornago, finita la messa in prova dopo l’accusa di simulazione di reato: «Un cortocircuito pazzesco, non ci faremo intidimidire»
Sempre il sindaco ha sottolineato che «avrei dovuto sottopormi ad un percorso straziante, dispendioso dal punto di vista umano ed economico. Inoltre avrei dovuto produrre prove pressoché impossibili da reperire. Certo non sarà possibile cancellare la sofferenza di questi anni, a cui hanno contribuito anche persone, poche a dire il vero, che hanno voluto speculare su questa storia senza nessun rispetto umano. È chiaro che chi ha un ruolo politico deve accettare di essere sotto una attenzione maggiore, però c’è un limite e non parlo di garantismo, parlo proprio di rispetto umano. C’è stato un livello di accanimento a volte quasi maniacale che è arrivato al punto di andare a sindacare la scelta del Tribunale di accordare lo svolgimento della messa alla prova all’interno del Comune. Un cortocircuito pazzesco. So per certo che, soprattutto in vista della campagna elettorale, continueranno le accuse, le strumentalizzazioni e le falsificazioni, ma in questi anni la mia famiglia, il mio gruppo ed io stesso abbiamo messo su una scorza bella dura e come sempre non ci faremo intimidire».