Addio Candy, fine della storia il 30 giugno. La notizia era già nota e aveva già scatenato un’ondata di emozioni contrastanti. Rabbia e rassegnazione. Niente più lavatrici in Brianza, il sipario definitivo su una storia entrata nella leggenda dell’impresa italiana e mondiale.
Da mercoledì 25 giugno è stato sottoscritto con Haier Europe il contratto di solidarietà attivo a partire dal 1 luglio per accompagnare la riconversione industriale che riguarderà il sito Candy di Brugherio. Un’area che secondo i piani dovrebbe trasformarsi in un polo logistico, continuando a mantenere una parte di lavoratori.
Candy, a Brugherio fine della storia dopo 80 anni: il 30 giugno stop alla produzione, da luglio via ai lavori di riconversione degli spazi
Il contratto – hanno fatto sapere i sindacati – riguarda il personale operativo coinvolto nella transizione ed è divenuto necessario a seguito della cessazione, che ufficialmente è il 30 giugno, della produzione di lavatrici.
Da luglio partiranno i lavori di svuotamento dell’area e di riorganizzazione degli spazi. In pratica di quel che i lavoratori Candy vedevano ogni giorno, non resterà più nulla. Le operazioni andranno avanti fino alla fine del set up del nuovo Service Hub che entrerà in funzione a partire dal prossimo settembre. Mentre nulla riguarderà la produzione di Kit, Kit, Rework, Refurbishment, linea cesti, Branson e ex Gias che continueranno regolarmente.
«Dopo 80 anni finisce l’era della lavatrice a Brugherio – commenta non senza amarezza Pietro Occhiuto, segretario generale Fiom Cgil – Ora manterremo la massima attenzione sulla transizione».
Candy, a Brugherio fine della storia dopo 80 anni: il contratto di solidarietà e l’investimento
Il contratto di solidarietà sottoscritto fra azienda e sindacati prevede per ciascun lavoratore coinvolto di svolgere almeno il 20 per cento dell’orario lavorativo settimanale, anche se – precisano le organizzazioni sindacali – fin da ora è certo che le attività previste richiederanno molto probabilmente più di quella percentuale di lavoro.
Per parte sua, Haier si è impegnata a riconoscere a fine anno una somma a titolo di welfare aziendale, al fine di contenere l’impatto economico della riduzione oraria. L’accordo riguarda 31 esuberi tra personale della produzione e 12 impiegati non coinvolti dal contratto.
Secondo le stime dei sindacati la riconversione sarà comunque un percorso abbastanza lungo che dovrebbe concludersi nel luglio del prossimo anno. L’investimento per la riorganizzazione degli spazi, gli interventi sull’impiantistica e la digitalizzazione delle nuove attività che saranno svolte all’interno del sito è stimato attorno ai 9 milioni di euro.
La gran parte dei lavoratori che erano addetti alla produzione ha già lasciato l’azienda o con il raggiungimento della soglia pensionistica o con buonuscite che hanno permesso ai lavoratori di raggiungere poi il traguardo della pensione. Quel che rimane è certamente la sensazione da fine di un’epoca.
«Il 30 giugno – precisa infatti Occhiuto – sarà una data simbolica e difficile perché cesserà la produzione delle lavatrici a Brugherio, produzione che ha segnato l’identità del territorio e garantito occupazione a generazioni di lavoratrici e lavoratori. È la fine di una lunga storia industriale. In questo contesto, la sottoscrizione del contratto di solidarietà è uno strumento necessario per affrontare responsabilmente la fase di riconversione annunciata dall’azienda. Come Fiom abbiamo ottenuto garanzie su rotazione equa dell’orario, gestione condivisa degli esuberi e sulla disponibilità dell’azienda a sostenere economicamente i lavoratori attraverso strumenti di welfare, per mitigare l’impatto della riduzione oraria».
Impatto che ovviamente si farà sentire anche sul territorio. «Non si tratta solo di riconvertire un sito industriale – conclude Occhiuto – si tratta di preservare lavoro stabile, qualificato e dignitoso, valorizzando le competenze di chi ha fatto grande questo stabilimento».

Candy, a Brugherio fine della storia dopo 80 anni: storia della rivoluzione dell’elettrodomestico italiano
Ma sarà anche, come si diceva, una piccola “rivoluzione” anche per Brugherio. La trasformazione del polo produttivo in logistico, infatti, comporterà una serie di modifiche anche in termini di viabilità, mole di traffico, indotto (in calo) e tutto ciò che a questo si aggiunge. Una questione che inevitabilmente dovrà essere affrontata dall’amministrazione comunale che, già a suo tempo, aveva comunicato la necessità di ricevere indicazioni precise da Haier Europe per comprendere le dimensioni, appunto, della rivoluzione.
Quel che è certo è che uno dei simboli per eccellenza del made in Brianza è giunto alle battute finali. Scende il sipario su un’avventura che ha raccontato un pezzo del territorio.
Le lavatrici Candy nacquero infatti nel dopo guerra. Era il 1946 e nella sede delle Officine meccaniche Eden Fumagalli, situate allora in via Agnesi a Monza, prendeva corpo quello che sarebbe diventato il colosso degli elettrodomestici italiani. La prima lavatrice tricolore. Una cavalcata straordinaria che ebbe in Niso e Peppino Fumagalli i volti di punta. Negli anni Sessanta il trasloco a Brugherio su un’area di 160mila metri quadrati che impiegava allora 600 dipendenti. Con l’arrivo degli anni Novanta e Duemila, la crisi con la saturazione del mercato e soprattutto la concorrenza orientale. Fino al 2018 quando la famiglia Fumagalli decise di cedere il 100 per cento della proprietà ai cinesi di Haier, pur mantenendo un posto nel Cda aziendale. Oggi la fine di un’altra era.