Candy di Brugherio ai cinesi: intervista a Beppe Fumagalli, “futuro garantito per almeno 10 anni”

L’amministratore del Gruppo Candy Beppe Fumagalli racconta al Cittadino la trattativa con i cinesi di Haier: avviata in piena estate, poi ha subìto un’accelerazione in poche settimane. Per garantire un futuro al Gruppo di Brugherio.
Brugherio. Beppe Fumagalli, Ad Candy
Brugherio. Beppe Fumagalli, Ad Candy RADAELLI

Una trattativa, quella con Haier, avviata in piena estate, che poi ha subìto un’accelerazione in poche settimane. Per garantire un futuro al Gruppo Candy. Lo spiega a “il Cittadino” Beppe Fumagalli, amministratore delegato del Gruppo.


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Com’ è nata la trattativa col gruppo Haier?

«Il nostro settore si sta globalizzando. C’era un player cinese che puntava ad acquisire la slovena Gorenje, su cui anche noi avevamo puntato l’attenzione. Nel quadro di questa evoluzione di mercato è cresciuto l’interesse di Haier ad acquisire una piattaforma in Europa. È stata una cosa molto rapida. I primi contatti a luglio, il primo incontro operativo il 17 agosto. Poi la trattativa ha assunto una velocità inaspettata e le ultime fasi sono state coperte da ovvi impegni di riservatezza. Per questo non abbiamo potuto parlarne coi sindacati».

Coi quali vi incontrate oggi per chiudere l’accordo che evita gli esuberi. Confermate gli impegni presi?

«La volontà di andare avanti sulla strada tracciata c’è. Azienda e sindacati hanno trovato, dopo mesi di lavoro, una possibilità di uscire da una fase di incertezza. Gli accordi presi con Haier considerano questa intesa che oggi ratificheremo come acquisita. Haier intende attenervisi».

Qual è la ratio dell’accordo con Haier?

«A me e a mio fratello Aldo sta a cuore poter garantire un futuro all’azienda Candy e ai suoi lavoratori. Azienda che sta crescendo sui mercati. È con orgoglio che possiamo dire di entrare a far parte del maggior gruppo produttore di elettrodomestici al mondo. È una opportunità che abbiamo valutato a fondo: l’obiettivo è garantire i prossimi dieci anni di Candy. E dopo? Vedremo. Se dieci anni fa mi avessero detto quello che stiamo facendo oggi, non ci avrei creduto. Vogliamo garantire ai nostri dipendenti di essere tra i maggiori dieci player al mondo».

Una scelta che tocca anche i sentimenti, però…

«Certo, per noi che da 73 anni siamo la Candy non è stato facile. Ma è una scelta lucida per garantire il futuro del gruppo».

Solo la primavera scorsa avevate annunciato investimenti.

«Sì, volevamo acquisire quell’azienda slovena. In futuro nel settore resteranno pochi gruppi al mondo. Haier è una seria opportunità, tra le prime 500 aziende al mondo secondo Fortune, primo gruppo per gli elettrodomestici (ma ancora poco presente in Europa). Non è vero che sarebbero stati disposti a entrare solo al 20 per cento».

Lei e suo fratello resterete ai vertici?

«Fino al closing senz’altro. Poi saremo nel CdA del gruppo in Europa e lo faremo con piacere. Potremo verificare che gli impegni presi siano rispettati».

Cosa resterà a Brugherio?

«A Brugherio resteranno tutti gli attuali servizi. Lo stabilimento entrerà in un processo di forte crescita. Sarà la piattaforma di Haier in Europa. Stiamo facendo tutto in modo chiaro: la priorità è assicurare il futuro di Candy».

Quando avverrà il closing?

«Una data certa non c’è ancora. Dipende dalle verifiche dell’Antitrust dell’Unione europea e degli enti regolatori cinesi. Mi aspetto la chiusura delle procedure nel primo trimestre del 2019».