Udienza presso il Tribunale dei Minori, a Milano, per il processo a carico di presunti assassini di Simone Stucchi, di Vimercate. Il giudice ha deciso di rinviare il tutto a fine marzo, quando, probabilmente, ci saranno le arringhe dei difensori degli imputati. Altre due o tre udienze.
Omicidio Stucchi: parla mamma Daniela
Sul banco degli imputati tre minori, fra cui il ragazzo, che all’epoca aveva 17 anni e 10 mesi e che avrebbe sferrato la coltellata mortale quella sera, e suo fratello di 15 anni.
«Debbo dire che avendo trovato tutti i ragazzi fuori dal tribunale dei minori – ha dichiarato Daniela Grassi, la mamma di Simone – io e mia figlia ci siamo sentite meno sole, abbiamo sentito calore intorno a noi, e questo ci ha aiutato davvero molto. Anche grazie a coloro che ci hanno scritto, che ci sarebbero stati vicini con il cuore ma che purtroppo non potevano essere presenti».
Omicidio Stucchi: “Una vita bruciata in un istante”
Si è fatta un’idea da quanto ha visto e sentito mercoledì? «Sinceramente non riesco ancora a farmi un’idea. Aspetto che la presidente della sezione del tribunale dei minori decida. Ma secondo me, da quanto ho sentito, pur cercando di essere obiettiva, dico che hanno detto delle falsità, si sono contraddetti diverse volte, hanno raccontato fatti edulcorati, come se i documenti depositati agli atti non parlassero chiaramente. La relazione dei carabinieri, la relazione del medico legale ci sono. Ci sono ancora tante cose che non sono state chiarite. Chi è stato a colpire Simone dopo che è stato accoltellato, a parte i due fratelli che a sentir loro, tra l’altro, sembra che abbiano fatto delle carezze… si parla però di quattro e forse cinque persone, e possiamo anche intuire chi è stato. Però su questo pare che non ci siano confessioni, non ci siano prove… Di fatto la vita di mio figlio, che aveva aspettative, guardava al suo futuro, per aver voluto accompagnare quei ragazzi nel tentativo di sedare gli animi è stata distrutta, Una vita buttata via così, bruciata in un istante dalla superficiale brutalità di altri giovani. Non è stato un incidente, è stato un atto premeditato, con ferocia, con codardia».
Lei e sua figlia vi siete incontrate con gli assassini di Simone… «Erano seduti proprio davanti a noi e mia figlia, dovendo sentire cose che non potevamo accettare, e non potendo intervenire per urlare la nostra verità, mi abbracciava a sé, mi stringeva…».
Omicidio Stucchi: “In aula con la tempesta nel cuore”
E quando avete incrociato gli sguardi, non hanno abbassato gli occhi? Non hanno sentito il bisogno di rivolgersi ad una madre distrutta dal dolore per la perdita di un figlio, chiedendo perdono? «Debbo dire che uno dei due fratelli, il più grande, ha fatto addirittura recitato la sua messa in scena. Si è messo anche a piangere, ha chiesto perdono, ha detto che lui ha una sorella e non poteva immaginare come poteva sentirsi sua sorella se questa cosa fosse capitata a lui. Ma francamente credo di aver visto che non era una cosa dettata dal cuore, dalla coscienza… Ma noi dovevamo e dovremo stare lì lo stesso, impassibili esteriormente ma con la tempesta nel cuore, sottoponendoci a questo supplizio. Non possiamo fare altro».