Omicidio Stucchi a Vimercate, la mamma Daniela: “I veri condannati siamo noi”

Le parola della madre del giovane accoltellato a Pessano nel settembre 2021, dopo le richieste di condanna del pm
Vimercate Simone Stucchi, la vittima
Vimercate Simone Stucchi, la vittima

“A noi hanno tolto tutto, quelli condannati veramente siamo noi. Ma nonostante tutto continuiamo a sperare che per Simone venga fatta giustizia, per lui perché non si meritava questo e non si merita di essere preso, ancora una volta, a calci e pugni, a un anno dalla sua morte”. A parlare è la mamma di Simone Stucchi, Daniela Grassi, all’indomani delle richieste del pubblico ministero per i quattro maggiorenni che hanno scelto il rito abbreviato.

Omicidio Stucchi a Vimercate, la mamma Daniela: “Nessuna condanna è sufficiente”

Una premessa: qualsiasi tipo di richiesta o di condanna, anche l’ergastolo, per noi non sarebbe comunque sufficiente. Però sono rimasta inorridita sentendo parlare di sei anni e 8 mesi e sei anni e 5 mesi. Il mio avvocato, Attilio Villa,  mi ha scritto che sono richieste determinate anche dalla giovane età degli imputati. Giovane età? Erano comunque maggiorenni all’epoca dei fatti. Anche mio figlio era di giovane età, era coetaneo e anche più giovane di alcuni. Una richiesta che non ho capito. Giovane età sì? Però la crudeltà no, non è stata citata. Mio figlio è stato accoltellato tre volte, era disarmato fin dall’inizio, non ha aggredito nessuno, non è riuscito neanche a difendersi. E quando era già a terra, agonizzante, ferito, è stato colpito con calci e pugni. Non si può capire esattamente da chi, ma certo che crudeltà c’è stata”.

Omicidio Stucchi a Vimercate, la mamma Daniela: “Confidiamo nella giustizia”

– Quindi spera, e si aspetta, condanne più pesanti? “Per noi anche l’ergastolo non basterebbe per ovvi motivi, però così mi sembra veramente un po’ poco. E poi non capisco, danno condanne molto più pesanti per reati minori… Qui non credo abbiano preso in considerazione la crudeltà, la premeditazione dell’agguato…  A me sembra che qui si stia sdoganando veramente l’utilizzo di armi da taglio da parte dei minorenni… Tanto poi stanno in carcere come se avessero commesso una rapina, o organizzato un rave party senza morti e feriti per cui la legge prevede una pena dai tre ai sei anni…”. – Quindi cosa si aspetta signora Daniela?     “Non mi aspetto niente. A noi hanno tolto tutto, quelli condannati veramente siamo noi. Ma nonostante tutto continuiamo a sperare che per Simone venga fatta giustizia. Per lui, perché non si meritava tutto questo e non si merita di essere preso, ancora una volta, a calci e pugni, a un anno dalla sua morte”.