Monza: fiaccolata per Ilaria Salis, 350 persone sfilano in silenzio

Decine di persone hanno sfilato lunedì sera a Monza a sostegno di Ilaria Salis. Intanto il papà ha incontrato i ministri a Roma.
Monza Fiaccolata per Ilaria Salis
Monza Fiaccolata per Ilaria Salis Fabrizio Radaelli

Decine di persone hanno sfilato lunedì sera a Monza a sostegno di Ilaria Salis. Circa 350 persone si sono ritrovate in silenzio e con le fiaccole nel centro storico per l’insegnante monzese di 39 anni a processo in Ungheria per la presunta aggressione a due militanti neonazisti.

Monza: fiaccolata per Ilaria Salis, da largo Mazzini all’arengario

La fiaccolata è stata organizzata dai consiglieri comunali del Pd e ha sfilato senza simboli di partito da largo Mazzini a piazza Roma, sotto l’arengario, per “chiedere il trasferimento in Italia di Ilaria Salis, detenuta nelle carceri ungheresi in condizioni non compatibili con il rispetto dei diritti umani“.

Presente il sindaco Paolo Pilotto, che di Salis è stato anche insegnante al liceo Zucchi, l’appuntamento è stato appoggiato anche dal “Comitato Ilaria Salis“, fondato da alcuni cittadini monzesi, e dal collettivo Foa Boccaccio.

Monza, il papà di Salis dopo l’incontro al Ministero: «Credo che starà in carcere ancora per molto»

Nelle stesse ore una doccia fredda è arrivata dal papà di Ilaria Salis dopo l’incontro al ministero della Giustizia a Roma con i ministri degli Esteri e della Giustizia, Tajani e Nordio: «È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli. Abbiamo chiesto due cose: i domiciliari in Italia o in alternativa in ambasciata in Ungheria e entrambe ci sono state negate. Credo che mia figlia resterà ancora per molto tempo in carcere e la vedremo ancora in catene ai processi».

Monza, la nota dei ministeri degli Esteri e della Giustizia

«I Ministri hanno evidenziato che i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato impediscono qualsiasi interferenza sia nella conduzione del processo sia nel mutamento dello status libertatis dell’indagato. I Ministri hanno altresì rappresentato le ragioni di diritto e di fatto per cui la richiesta di sostituzione della misura cautelare presso l’Ambasciata italiana non è possibile».

È il contenuto della nota congiunta del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dopo aver ricevuto Roberto Salis accompagnato dall’avvocato Eugenio Losco.

«In particolare, il Ministro della Giustizia ha rilevato che una interlocuzione epistolare tra un dicastero italiano e l’organo giurisdizionale straniero sarebbe irrituale ed irricevibile. Il Ministro Tajani ha posto l’accento sui passi già effettuati dal Presidente del Consiglio con il Presidente Orban e da lui personalmente con il Ministro degli Esteri ungherese per due volte, oltre alla convocazione formale dell’Incaricato d’Affari ungherese alla Farnesina martedì 30 gennaio. Nel contempo il Ministro Nordio ha prospettato l’opportunità che il difensore ungherese insista presso l’organo competente per la modifica della detenzione carceraria, condizione indispensabile per attivare la decisione quadro Ue del 2009 e quindi l’eventuale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia».