Caso Bames di Vimercate: le arringhe, i difensori chiedono l’assoluzione

Arringhe dei difensori durante l’udienza del processo per bancarotta fraudolenta di Bames. Il 18 aprile le eventuali repliche e la sentenza.
Processo Bames un presidio al tribunale di Monza
Processo Bames un presidio al tribunale di Monza

«Non riusciamo a capire, se non sono stati loro a provocare il disastro della Bames, sarà stato forse qualcuno in cielo?».
Hanno commentato in modo ironico alcuni ex lavoratori della Bames e del Polo tecnologico di Vimercate – andato in malora nel 2013 – le arringhe dei difensori di due responsabili dell’azienda imputati, durante l’udienza del processo per bancarotta fraudolenta che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Monza. Il pm Alessandro Pepè aveva chiesto condanne a nove anni e dieci mesi di reclusione per Vittorio Romano Bartolini, ritenuto il maggior responsabile dei fatti imputati che hanno portato alla bancarotta fraudolenta, otto anni a Giuseppe Bartolini e Luca Luigi Bertazzini, sette anni a Riccardo Toscano, Angelo Sandro Interdonato e Salvatore Giugni e l’assoluzione per Oozi Cats ex Ceo di Telit.

Caso Bames di Vimercate: gli ex lavoratori

Sia il difensore di Bartolini, amministratore unico subentrato nell’ultimo periodo, che di Bertazzini, vero deus ex machina della Bames, hanno chiesto l’assoluzione piena scaricandosi da tutte le responsabilità e ammettendo di aver agito per il bene dell’azienda e dei lavoratori.

«Quando Celestica cedette a Bames, arrivò Bartolini, che avrebbe dovuto salvare le società e i dipendenti, ma di fatto non è riuscito; il punto è che la responsabilità è di tutti quanti gli imputati, ma essendo passati tanti anni molti reati sono prescritti».
Degli oltre 800 dipendenti, tra l’altro, soltanto un centinaio trovarono lavoro altrove e la maggior parte sono ancora in cassa integrazione o pensionati. Intanto il giudice Alessandro Rossato ha rinviato al 18 aprile per le eventuali repliche e la sentenza.