Caso Bames di Vimercate: nuova udienza “I soldi dove sono finiti?”

Nuova udienza per il caso Bames in Provincia e gli ex lavoratori si interrogano sui milioni di euro spariti negli anni.

Nuova udienza per la bancarotta fraudolenta di Bames di Vimercate e gli ex dipendenti presenti in via Grigna a Monza oltre a chiedere giustizia si interrogano sui milioni di euro spariti ormai più di dieci anni orsono. L’udienza si è celebrata mercoledì mattina 5 aprile nell’aula della Provincia di Monza, dove erano previste le audizioni dei consulenti di parte degli imputati. In particolare la consulente chiamata dall’imputato Romano Bartolini, ha fatto un inquadramento di tutta la vicenda dal suo punto di vista oggettivo e generale.

Caso Bames di Vimercate: il costo del lavoro troppo alto

Ancora una volta si è tentato di imputare il mancato successo delle operazioni di rilancio industriale con il tema del costo del lavoro troppo alto, evidentemente gli imputati sono a corto di argomenti. Tra l’altro come OO. SS. e RSU il tema abbiamo cercato di affrontarlo” ha fatto sapere l’ex segretario Fim Cisl di Monza e Brianza Gigi Redaelli. “Si è cercato di giustificare alcune operazioni di carattere finanziarie, con l’obiettivo di salvare tutto il gruppo aziendale, dimenticandosi che tali operazioni erano o prestiti a società controllate (senza nessun ritorno) oppure acquisizione di società che erano già decotte per mascherare altre cose, così come emerso dalle indagini e dall’impianto accusatorio della Procura di Monza – ha sostenuto l’ex sindacalista -. Non va dimenticato che come Fim Cisl, Fiom Cgil, RSU, lavoratrici e lavoratori avevamo a suo tempo presentato istanza di fallimento per le due società con l’obiettivo di esautorare la famiglia Bartolini e il gruppo dirigente dalla gestione fallimentare delle aziende, le indagini hanno evidenziato che c’era dell’altro. I capi di imputazione si possono leggere già nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, inviato dalla procura di Monza agli indagati nel novembre del 2017. Agli indagati si contesta di aver «distratto e/o dissipato», almeno in parte, una montagna di liquidità. Stiamo parlando di circa 87 milioni di euro, ottenuta da operazioni di leasing immobiliare e finanziamenti bancari. Soldi che sarebbero dovuti servire per rilanciare la Bames, ma dove sono finiti?”.

Caso Bames di Vimercate: gli investimenti in altre società

In base alle ricostruzioni della Procura, che hanno ampliato e approfondito una serie di ipotesi già presenti nell’analisi di Merian Research, quasi 32 milioni di euro sarebbero stati utilizzati per erogare finanziamenti a società controllanti, controllate e collegate, tra il 2007 e il 2012. Circa 13 milioni di euro per effettuare “investimenti per l’acquisto, ad un prezzo sproporzionato e ben superiore al valore effettivo, di varie partecipazioni societarie” si legge nei documenti della Procura. Di questi, 6 milioni di euro sarebbero finiti in Lussemburgo nella GPM Investments SA, nel dicembre del 2006. Un veicolo societario messo in piedi nel 2005 da una fiduciaria con sede a Gibilterra. Altri circa 18 milioni di euro sarebbero stati usati per acquisire quote di società del gruppo Telit , con il pagamento di un prezzo «nettamente sproporzionato e ben superiore al valore effettivo della partecipazione societaria acquisita» sempre secondo quanto riportato dalla Procura. Intanto l’esame e il controesame degli altri consulenti di parte proseguirà nelle udienze  fissate per il  19 aprile alle 14:30 presso il Tribunale di Monza, su cui pesa l’incognita dell’astensione dal lavoro degli avvocati che potrebbe far saltare l’udienza e di conseguenza fissarne un suo rinvio.