Caso Bames: pronuncia favorevole in appello per Massimo e Selene Bartolini, ex lavoratori indignati

Pronuncia favorevole in Appello, al Tribunale di Milano, per i fratelli Massimo e Selene Bartolini: da bancarotta fraudolenta l'accusa nei loro confronti è stata riqualificata in "semplice" ed è scattata la prescrizione.

Pronuncia favorevole in Appello, al Tribunale di Milano, per i fratelli Massimo e Selene Bartolini, condannati in primo grado, con rito abbreviato, a 4 anni e 8 mesi di reclusione ciascuno: da bancarotta fraudolenta, l’accusa nei loro confronti è stata riqualificata in “semplice” ed è scattata la prescrizione. I giudici della Corte d’Appello hanno anche pronunciato l’assoluzione per i reati fiscali. Una notizia che ha fatto infuriare gli ex dipendenti dell’azienda di Vimercate. Per le motivazioni occorrerà attendere.

Caso Bames: assolti Massimo e Selene Bartolini e le parole di Redaelli

“Le prime reazione registrate tra gli ex dipendenti sono state di “rabbia, stupore, sconcerto” – ha chiosato l’ex segretario Fim Cisl di Monza e Brianza Gigi Redaelli -. Bancarotta fraudolenta? no… diventa bancarotta semplice? E allora il reato si prescrive perché i tempi per la prescrizione sono più veloci“.

Nel caso specifico, il dispositivo della sentenza che ha visto la condanna dei due fratelli in primo grado a 4 anni e 8 mesi di reclusione, risale al 4 dicembre 2020 (le motivazioni depositate il 12 aprile 2021); dopo il ricorso in Appello si arriva alla prima udienza il 26 settembre 2023 (due anni e dieci mesi dopo) e poi alla nuova sentenza il 17 novembre scorso.

Caso Bames: assolti Massimo e Selene Bartolini, il processo va avanti

“Per il Comitato degli ex dipendenti non finisce qui, giovedì 14 dicembre saranno ancora davanti al Tribunale di Monza per l’ultima udienza del 2023 per gli altri otto imputati e sicuramente faranno sentire la loro voce anche su questa sentenza (anche con qualche gesto particolare). Sarà l’occasione per rimarcare che qualsiasi sentenza non potrà ridare loro tutto quello che hanno perso” ha concluso Redaelli.

Dopo le richieste di condanna del pm, nell’udienza dello scorso 29 novembre il legale della curatela ha chiesto 40 milioni di euro come risarcimento.