M5 a Monza, il futuro tra extracosti da 500 milioni di euro e nuovo cronoprogramma

Gli extracosti del progetto per il prolungamento della M5 a Monza rischiano di raggiungere il mezzo miliardo di euro. Cos'è successo in Regione.
Palazzo Lombardia sede della regione lombardia
Palazzo Lombardia sede della regione lombardia

Oltre mezzo miliardo di euro: è il valore che potrebbero raggiungere gli extracosti del progetto per il prolungamento della metropolitana M5 a Monza. La somma è stata ipotizzata dall’assessora regionale alle Infrastrutture Claudia Maria Terzi lunedì 10 febbraio in chiusura della commissione del Pirellone, chiesta dal democratico Gigi Ponti, a cui hanno partecipato i consiglieri lombardi e alcuni parlamentari.

M5 a Monza, gli extracosti rischiano di arrivare a 500 milioni di euro: tutti gli schieramenti

I politici di tutti gli schieramenti hanno ribadito che l’opera è fondamentale e hanno espresso l’intenzione di collaborare per cercare di reperire le risorse mancanti: la domanda di stanziamenti aggiuntivi, ha precisato la Terzi, non potrà ricadere sugli enti locali. Lo Stato, se il Governo confermerà l’impegno preso con l’approvazione dell’ordine del giorno alla legge di bilancio presentato dal leghista Andrea Crippa, stanzierà 300 milioni mentre un altro centinaio potrebbero arrivare dal Pirellone se la maggioranza accoglierà la proposta del democratico Pietro Bussolati di destinare all’intervento i fondi non utilizzati per gli investimenti.

Gli esponenti del centrodestra hanno accusato il Comune di Milano di non considerare prioritario il prolungamento della linea 5 rispetto ad altre tratte e di non accelerare i tempi per chiudere il progetto. Palazzo Marino, hanno replicato dal centrosinistra, dovrebbe comunicare nelle prossime ore l’entità esatta degli extracosti: a quel punto potrebbe partire la caccia al denaro mancante.

M5 a Monza, gli extracosti rischiano di arrivare a 500 milioni di euro: il nuovo cronoprogramma e no ai due lotti

Se tutti hanno espresso la volontà di collaborare alla ricerca dei finanziamenti con l’obiettivo di chiudere la gara entro la fine del 2026, aprire i cantieri nel 2027, terminare i lavori nella primavera del 2033 e far viaggiare i treni entro la fine di quell’anno, non è piaciuta ai brianzoli l’ipotesi di sdoppiare l’intervento in due lotti. La soluzione, che consentirebbe di pubblicare il bando per la prima parte del tracciato e successivamente una seconda gara per l’ultimo troncone, è stata bocciata sia dal leghista Alessandro Corbetta che dal democratico Gigi Ponti: «Se si partisse con un primo lotto – ha paventato l’esponente del Carroccio – rischieremmo che i treni si fermino a Bettola».

M5 a Monza, gli extracosti rischiano di arrivare a 500 milioni di euro: i commenti

«La gara – ha aggiunto Ponti deve prevedere l’arrivo a Monza. Ci sono ancora i margini per per arrivare alla pubblicazione entro la fine del 2025. L’incontro è stato positivo in quanto ha richiesto a ciascuno un’assunzione di responsabilità: tutti hanno detto che sono pronti a lavorare insieme per individuare le risorse mancanti».

«Quest’opera è strategica anche per Milano» ha spiegato il forzista Fabrizio Figini. «Il problema non sono le risorse, che si troveranno – ha commentato Martina Sassoli di Lombardia Migliore – ma la guida e la volontà politica di portare a termine il progetto da parte di Milano». Visti i ritardi accumulati, a suo parere, sarebbe opportuno nominare un commissario straordinario «che garantisca tempi certi e faccia gli interessi dei cittadini brianzoli».
A breve i consiglieri regionali potrebbero convocare una commissione con i tecnici di MM e i rappresentanti dei comuni di Milano, Monza, Sesto e Cinisello.