Tutela operatori sanitari: bodycam e “scudo”, 64 chiamate dagli ospedali di Monza e Brianza nel 2024

Numeri, anche di Monza e Brianza, e iniziative di tutela nella Giornata nazionale dedicata alle aggressioni contro i sanitari nelle strutture pubbliche.
Regione violenza sanitari La Russa Bertolaso tavolo
Regione violenza sanitari La Russa Bertolaso tavolo

Smartwatch di emergenza e bodycam per il personale delle ambulanze, sistemi di videosorveglianza aumentati, la diffusione dei pulsanti rossi per allertare le forze dell’ordine nei pronto soccorso, procedibilità d’ufficio per reati di violenza contro gli operatori sanitari. E poi uno scudo penale che metta il personale al riparo.
Le prime sono le misure adottate dalla Regione lombardia nella giornata nazionale dedicata alle aggressioni contro medici e infermieri nelle strutture pubbliche. L’ultima una richiesta ai ministeri.

Tutela operatori sanitari: i numeri dell’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario

Il quadro, per la Lombardia, è quello fornito dall’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo (Acss), che nel 2024 ha registrato un incremento del 17,7% nel numero di aggressioni segnalate rispetto al 2023, con un totale di 5.690 episodi denunciati solo negli enti pubblici. “Tale aumento è influenzato anche dalla maggiore sensibilità sul tema e dalla maggiore tendenza a segnalare gli episodi” annota la Regione.

Regione violenza sanitari a sinistra  Riccardo Stucchi, medico, direttore 118 Milano Monza
Regione violenza sanitari a sinistra Riccardo Stucchi, medico, direttore 118 Milano Monza

Tutela operatori sanitari: le chiamate dai pulsanti di allarme

Nel 2024 è stata completata l’attivazione dei pulsanti di allarme nei pronto soccorso degli ospedali: Monza e Brianza aveva fatto da apripista, con le province di Milano e Lecco si sono raggiunti un totale di 22 ospedali con 26 pulsanti installati. Le chiamate in tutto sono state 424, 64 quelle da Monza e Brianza (26 verso i carabinieri, 38 alla polizia).

E poi: “Gli infermieri continuano a essere la categoria più colpita dalle aggressioni, con oltre il 60% degli episodi, seguiti dai medici e da altre qualifiche professionali. L’aumento dei casi è in parte attribuibile a una maggiore sensibilizzazione sul tema e a un incremento delle segnalazioni. La violenza fisica rappresenta il 25,3% delle aggressioni, mentre la forma più comune rimane quella verbale (74,7%). Gli aggressori sono prevalentemente utenti (67,8%) e parenti dei pazienti (25,6%). Le aggressioni si verificano principalmente nei giorni feriali e nella fascia oraria pomeridiana, quando il numero di accessi è più elevato”.

Tutela operatori sanitari: i luoghi più a rischio

I luoghi più a rischio sono le aree di degenza (+1,4 punti percentuali rispetto al 2023), seguite dai pronto soccorso, dalle aree comuni e dagli ambulatori: “Un dato significativo riguarda anche il servizio di emergenza-urgenza territoriale (Areu), dove le aggressioni fisiche e verbali risultano quasi equivalenti”.

Tutela operatori sanitari: «Necessario applicare lo scudo penale»

«Le aggressioni a medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari – ha affermato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolasosono intollerabili. Regione Lombardia, oggi come in qualsiasi altro giorno, ribadisce totale vicinanza a chi dedica la propria vita a curare il prossimo e salvare vite umane su tutto il territorio. Voglio ringraziare anche il personale di Areu e chi lavora nell’ambito dell’emergenza urgenza degli ospedali, perché dopo i tanti anni trascorsi alla Protezione civile, so bene cosa significhi lavorare in questo settore. Abbiamo predisposto un pacchetto di interventi che implementeremo sia per chi lavora in ospedale, che per chi è impegnato sul territorio, al fine di contrastare con fermezza questo fenomeno. Ritengo poi necessario applicare lo scudo penale anche agli operatori sanitari, al fine di tutelarli e garantirli ulteriormente».