Assoluzione piena per non aver commesso il fatto. Queste le richieste fatte dai legali degli imputati nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando davanti al Gup di Monza Silvia Pansini e che riguarda la sparatoria dello scorso 11 luglio in via Wagner a Seregno. Nella scorsa udienza, infatti, i legali degli imputati hanno replicato alla richiesta di condanne presentate dalla pm Sara Mantovani a 9 anni e 8 mesi e 14 anni.
«Non c’è stato nessun tentato omicidio e nessun legame con droga o altro – hanno ribadito i parenti dei due fratelli C. e G. A. di 28 e 48 anni – solo una questione legata ad un amore finito e non accettato; i nostri parenti sono onesti lavoratori».
Sparatoria di Seregno: la difesa chiede l’assoluzione piena, imputati per tentato omicidio e porto abusivo di armi da fuoco
Imputati per tentato omicidio e porto abusivo di armi da fuoco, i fratelli calabresi con residenza in Brianza, entrambi commercianti di materiale ferroso, e il 56enne M.R., unico ferito che era in auto con due figli di 32 e 29 anni, venditori di auto usate. Coinvolta anche una sesta persona accusata di favoreggiamento.
Sparatoria di Seregno: la difesa chiede l’assoluzione piena, i fatti dell’11 luglio 2023
Il fatto risale all’11 luglio nel pomeriggio, quando i due gruppi rivali e armati si erano fronteggiati. Da una parte il furgone Iveco Daily 35, con i due fratelli a bordo, dall’altro la Fiat Punto con l’uomo e i due figli. Dal furgone erano stati esplosi almeno 14 colpi di pistola calibro 7.65. Al termine della sparatoria, il furgone era riuscito a dileguarsi, mentre la Fiat Punto, dopo essere stata colpita da vari proiettili e speronata, si era fermata sul marciapiede. Dei tre occupanti due fratelli di 29 e 31 anni di origini calabresi, commercianti di auto usate, erano rimasti illesi, mentre il padre aveva riportato ferite d’arma da fuoco nella parte bassa della schiena per due colpi fortunatamente superficiali. L’uomo infatti era rimasto in ospedale 5 giorni e poi era stato dimesso.
I responsabili del gruppo di fuoco inizialmente si erano dileguati, ma grazie alle serrate indagini da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Monza, di quelli di Seregno, in collaborazione con i colleghi di Catanzaro e di Reggio Calabria, erano stati arrestati. La perquisizione domiciliare nell’abitazione aveva poi permesso di trovare e sequestrare anche 7.885 euro in contanti, ritenuti attinenti ai reati ipotizzati e presumibilmente raccolti probabilmente per organizzarsi una fuga. La sentenza è prevista per il 4 marzo.