«Un vicino aveva sentito le urla di una donna quella sera in casa». Questa una delle novità emerse durante le testimonianze dei carabinieri della Squadra Omicidi di Milano e della Stazione di Senago, durante l’udienza di lunedì 12 febbraio del processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, avvenuto a Senago in via Novella 14, il 27 maggio 2023.
Omicidio Tramontano, il processo: l’imputato piange e china la testa
Alessandro Impagnatiello è imputato per omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, occultamento e distruzione di cadavere e interruzione volontaria della gravidanza del bambino di cui Giulia era incinta al settimo mese.
Quando in aula sullo schermo è apparsa la fotografia del cadavere di Giulia, occultato due notti dopo il delitto, lo stesso imputato è scoppiato in pianto e ha chinato la testa. Da quel momento, nell’ascolto delle deposizioni dei carabinieri che lo hanno incastrato, non l’ha più alzata.
Omicidio Tramontano, il processo: la ricostruzione dell’indagine
Nell’aula della Corte d’Assise di Milano, presieduta da Antonella Bertoia, si sta ricostruendo passo per passo l’indagine che aveva portato alla scoperta del delitto e del cadavere della trentenne. Giulia era stata colpita con 37 coltellate dal suo convivente, poco dopo le 19 quando era rientrata in casa. La donna nel pomeriggio era andata all’Armani Cafè, dove l’uomo lavorava come barman, per incontrare la ragazza con cui lui aveva una relazione sentimentale da stabile da luglio 2022. Insieme avevano deciso di lasciarlo. «Assisterà al suo fallimento vitale», scrisse Giulia all’altra.
Purtroppo le cose andarono in modo diverso e Alessandro Impagnatiello dopo averla massacrata e aver tentato di bruciarla, prima nella vasca, poi in box e in cantina, l’aveva gettata a 500 metri da casa nell’intercapedine tra due box. Solo dopo che il luminol aveva mostrato i segni di trascinamento e le tracce di sangue in casa e sulle scale e in auto, lui aveva ammesso l’addebito.
Omicidio Tramontano, il processo: la prima testimonianza
Il primo a parlare è stato il Maresciallo Pasquale Afeltra della squadra omicidi di Milano che ha ricostruito gli orari e la scansione degli avvenimenti. Da una parte quelli raccontati da Impagnatiello durante la denuncia di scomparsa, anzi di allontanamento volontario, registrata nella serata del 28 maggio, dall’altra i dati reali ricostruiti dagli investigatori.
«Quando abbiamo letto i primi atti della stazione dei carabinieri di Senago abbiamo capito che c’era qualcosa di strano nelle parole dell’Impagnatiello. Poi abbiamo acquisito i video delle telecamere delle zone interessate e il 31 abbiamo risentito l’amante del trentenne, motivo per cui Giulia aveva deciso di lasciarlo. A quel punto il luminol fatto il 31 maggio ha evidenziato tracce di sangue, prima sulle scale di casa e poi nel soggiorno: il delitto si è consumato proprio là. Il tappeto che aveva tracce di sangue sotto e il divano risultato pulito ci hanno fatto concludere che la scena del crimine è stata artatamente sistemata da Impagnatiello prima che arrivassero i carabinieri».
Omicidio Tramontano, il processo: il lavoro sulla copia del cellulare e le ricerche su web
I militari hanno poi ricordato il lavoro sulla copia forense del cellulare dell’imputato e le ricerche su web. Il 27 maggio alle 19 Alessandro cercava: “ceramica bruciata vasca”, poi un’altra alle 11.06 del 31 maggio lui “rimuovere macchie sangue”, A casa era stato trovato lo zaino, che puzzava di benzina, con il topicida e già a dicembre 2022, maggio 2023 e gennaio 2023 lui visualizzava la pagina “quanto veleno per topi necessario per uccidere una persona”.
Importante, come sappiamo, questo particolare perché, a seguito degli esami tossicologici si accerterà che Giulia e il piccolo Thiago erano stati avvelenati. Il che giustifica l’aggravante della premeditazione.
Nel pomeriggio previsto l’ascolto delle testimonianze dei vicini di casa.