«Mi rivolgo a Giulia e alla sua famiglia. Non ci saranno mai abbastanza parole. Quel giorno è successo qualcosa di inspiegabile, che mi ha lasciato sconvolto per la disumanità. Ho distrutto una famiglia».
Così è iniziata giovedì 18 gennaio, davanti alla Corte d’Assise di Milano, la drammatica dichiarazione spontanea di Alessandro Impagnatiello, l’ex barman trentenne di Senago a processo per l’omicidio della sua compagna Giulia Tramontano e per l’interruzione di gravidanza del piccolo Thiago, avvenuto in via Novella a Senago il 27 maggio scorso.
Omicidio Tramontano, via al processo: l’imputato piangendo si è rivolto alla famiglia di Giulia
Prima di chiudere la prima udienza del dibattimento, l’imputato difeso da Samantha Barbaglia e Giulia Ceredini ha chiesto di poter parlare. Lo ha fatto piangendo e rivolgendosi alla famiglia di Giulia presente in aula. Chiara, la sorella, a quel punto è uscita.
«Non so da cosa sono stato avvolto quella notte – ha proseguito Impagnatiello – Quel giorno con loro anche io me ne sono andato perché anche se sono qui a parlare non significa che sono vivo più; non chiedo che queste scuse vengano accettate, sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio, chiedo solo che possano essere ascoltate le scuse e se questa è un’occasione per farlo, chiedo scusa a loro (rivolgendosi a Tramontano) in primis. L’unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi al mattino».
«La famiglia respinge le scuse dopo sette mesi – ha chiosato l’avvocato dei Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, ammesso come parte civile – Impagnatiello avrebbe potuto farlo prima e non ha mai chiesto scusa a nessuno, il processo stabilirà anche la valenza di questo gesto odierno e i suoi comportanti, non solo prima e durante il delitto, ma anche dopo».
«Le scuse di Impagnatiello sono sincere», ha commentato il suo legale Barbaglia.
Omicidio Tramontano, via al processo: respinta la richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Senago
Intanto la Corte, presieduta da Antonella Bertoia, giudice del processo a Massimo Giuseppe Bossetti, ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile per il Comune di Senago rappresentato dall’avvocato Antonio Ingroia, e anche dell’associazione Polis e di Penelope, in quanto il danno di immagine ricevuto non tanto dalla vicenda del delitto, ma dall’esposizione mediatica. Per cui il risarcimento sarebbe solo collettivo e non soggettivo come previsto.
«Analizzeremo appena possibile le motivazioni – è il commento del sindaco Magda Beretta – Non posso condividere tale decisione , ma ad ogni modo ringrazio l’avvocato Antonio Ingroia per quanto fatto fino ad ora. Auspichiamo ad ogni modo che giustizia venga fatta con una pena esemplare contro l’imputato Alessandro Impagnatiello: ergastolo. Se non giuridicamente , ma moralmente Senago sarà sempre al fianco della famiglia di Giulia».
Omicidio Tramontano, via al processo: ammessi i familiari di Giulia tutti presenti in aula
Ammessi invece i familiari di Giulia tutti presenti in aula, papà Franco e mamma Loredana insieme a Chiara e al fratello Mario. Loro per la prima volta dopo l’omicidio hanno potuto guardare in faccia Alessandro Impagnatiello. Lui, imputato di omicidio volontario aggravato da futili motivi, crudeltà, premeditazione oltre che di distruzione e occultamento di cadavere e interruzione volontaria della gravidanza, rischia l’ergastolo.
Omicidio Tramontano, via al processo: il 12 febbraio in aula i carabinieri, il 7 marzo l’altra donna dell’imputato
Il processo si è aggiornato al 12 febbraio quando verranno sentiti i carabinieri della sezione Omicidi di Milano e quelli di Senago. Il 7 marzo verrà sentita Allegra C. la giovane “amante” di Impagnatiello con cui Giulia si era vista nel pomeriggio prima di morire e i familiari di Giulia.