Era stato falciato mortalmente da un’auto in via Buonarroti, al confine tra Monza e Brugherio, a soli venti metri da casa mentre aspettava con la mamma un compagno di scuola per andare ad una festa. Per quel terribile incidente stradale, in cui il 27 aprile 2023 aveva perso la vita l’undicenne Chen Wan Tao, che tutti conoscevano come Andrea, una cinquantenne di Brugherio era stata indagata per omicidio colposo dalla Procura di Monza. Una vicenda giudiziaria che era poi arrivata all’archiviazione ad ottobre scorso, ma alla quale i parenti di Andrea, che ora vivono a Brescia, con l’avvocato Marco Ventura, si sono opposti. Nei prossimi giorni dunque il Gip Andrea Giudici di Monza dovrà decidere se chiudere definitivamente l’inchiesta o accogliere la richiesta di opposizione.
Monza, morì investito in via Buonarroti: l’incidente e le parole dell’avvocato
Erano le 16.30 del giovedì 27 aprile, quando Wan Chen Tao (conosciuto anche nel mondo del Basket come Andrea) era in compagnia della mamma davanti al civico 189, di via Buonarroti, dove la famiglia viveva e stava aspettando un amichetto. Ad un tratto, il ragazzino vedendo l’auto del nonno dell’amico che parcheggia dall’altra parte della strada e corre verso di lui. È allora che una Mini Countryman condotta da una cinquantenne di Brugherio, proveniente da Monza, lo investe. Il piccolo viene coinvolto in un volo fatale sull’asfalto e malgrado i soccorsi muore in ospedale. La donna che comunque si era fermata viene indagata per omicidio colposo. Secondo il pm Emma Gambardella che dispone una perizia e che poi chiede di archiviare, “l’evento occorso non è addebitabile all’indagata in quanto da un video agli atti si vede che il bambino corre e viene coperto da un furgone quindi lei non avrebbe potuto vederlo o perlomeno non avrebbe avuto lo spazio per frenare”. Secondo la Procura la velocità accertata della vettura era di 44 km orari e quindi regolare. Ma l’avvocato Ventura non ci sta: “La richiesta di archiviazione – scrive – si appiattisce acriticamente sulle risultanze della consulenza tecnica d’ufficio, benché gli esiti della stessa non siano condivisi unanimemente dai tecnici di parte che hanno partecipato all’accertamento”.
Monza, morì investito in via Buonarroti: la consulenza richiesta dalla famiglia
Infatti su richiesta della famiglia viene disposta una consulenza che dice il contrario: non solo la velocità era più alta, ovvero tra i 65 e i 70 km/h, quindi non in linea con quella imposta in quella strada, ma il fatto che il bambino avesse attraversato fuori dalle strisce e fosse di fatto coperto da un furgone fermo in coda per il traffico, peggiorerebbe la responsabilità dell’automobilista che secondo il codice della strada deve tenere una velocità tale da poter reagire in modo corretto in ogni situazione. Infine, l’auto aveva attivato l’apertura del cofano che è un dispositivo di sicurezza che scatta a velocità più elevate.