Masterplan o “monsterplan”, i comitati tornano alla carica sul futuro di Villa reale e parco di Monza

Masterplan a Monza questo (s)conosciuto. Il Comitato che raggruppa 18 associazioni ambientaliste della città torna a chiedere di fare chiarezza.
Monza Parco
Monza Parco Fabrizio Radaelli

Masterplan a Monza questo (s)conosciuto. Nelle ultime settimane tutti ne parlano, sono uscite diverse indiscrezioni, ma non è stata fissata alcuna presentazione ufficiale. Per questo il Comitato che raggruppa 18 associazioni ambientaliste della città torna a chiedere di fare chiarezza sul progetto che delinea il futuro del parco, delle sue cascine, della Villa Reale e dei giardini per i prossimi 25 anni.

«Il masterplan è stato consegnato ai proprietari del complesso monumentale già ad ottobre – spiega Bianca Montrasio, portavoce del Comitato per il parco – e ad oggi non c’è stata nessuna presentazione. Cosa si aspetta a coinvolgere cittadini e associazioni?».

Masterplan, i comitati tornano alla carica: richieste già inoltrate al sindaco di Monza

Sono le richieste già inoltrate al sindaco di Monza, al direttore del consorzio, ad Aria e ai professionisti che hanno redatto il piano, in una lettera del 28 dicembre rimasta senza risposta. Intanto la preoccupazione aumenta, perché le indiscrezioni uscite sulla stampa in queste settimane non fanno altro che alimentare forti dubbi e grandi incertezze sul destino della Villa e del parco.

«Appare evidente un rafforzamento della frammentazione del parco – spiega Montrasio – la conferma di tutte le concessioni sportive esistenti come autodromo, golf, tennis, ma anche la previsione di una “cittadella dello sport”».

Masterplan, i comitati tornano alla carica: cosa non piace del “Monsterplan”

Non piace alle associazioni (tanto da ribattezzarlo “Monsterplan”) la destinazione commerciale non solo di molte cascine del parco, ma anche del Serrone oltre al fatto che il piano prevede il mantenimento dell’anello ad alta velocità.

Interventi su cui il sindaco Paolo Pilotto ha già assicurato modifiche in corso. «Proprio perché lo stanno modificando – prosegue Montrasio – è il momento di coinvolgere cittadini, associazioni, stakeholder in questa fase. Non vorremmo trovarci con un prodotto finito».

Giorgio Majoli, architetto e componente del direttivo di Legambiente cita la definizione di Masterplan: “Uno strumento volontario, liberamente condiviso e approvato, da attuarsi mediante processi partecipativi”. L’unico momento partecipativo è stato una sorta di sondaggio on line per la raccolta di idee. Si chiamava “La tua idea conta. La Reggia di tutti” e ha raccolto 116 risposte da Monza, 17 da Milano e altrettante da Lissone, di cui non si è mai discusso.

Masterplan, i comitati tornano alla carica: gli studi precedenti

«Il Masterplan – spiega Majoli – rischia di essere uno strumento pericoloso in cui ognuno può fare ciò che vuole e non sono chiare nemmeno le procedure per appellarsi, oppure uno strumento inefficace, irrealizzabile che finirà in un cassetto».

Il riferimento è ad altri studi importati sul parco rimasti inattuati come il Pano redatto da Maniglio Calcagno del 1991, il piano regolatore Benevolo che prescriveva un recupero filologico del parco e un piano di settore del parco Valle Lambro del 2000. «Diverso è stato il modo in cui sono stati gestiti i finanziamenti regionali della legge 40 – conclude Montrasio – sui quali ci sono stati progetti condivisi e riunioni aperte ai cittadini per comprendere gli interventi proposti sul patrimonio verde e architettonico» «Questo silenzio intorno a scelte fondamentali per il complesso monumentale – concludono i rappresentanti delle associazioni – ci fa pensare che ci sia timore a presentarlo».