Gang in Brianza, un branco senza capi: la prima mappa del disagio giovanile

Il fenomeno “mappato” per la prima volta dal centro di ricerca universitario Transcrime: in Brianza gruppi “fluidi”, con legami deboli senza gerarchie chiare
Monza rapine Gta polizia di Stato
Monza rapine Gta polizia di Stato

Si fa presto a dire “baby gang”. Troppo facile. Una semplificazione finita su quasi duemila articoli di giornale solo da gennaio a aprile. Furono 1250 in tutto il 2021 e poco più di settecento nel 2020. In realtà le “gang giovanili”, il fenomeno dei “reati di gruppo”, come immaginabile, è un mondo molto più articolato e complesso. L’ha analizzato, o meglio “mappato” per la prima volta il centro di ricerca universitario Transcrime. La cartina dell’Italia, da nord a sud, Brianza compresa, evidenza il disagio delle nuove generazioni che hanno rapporti problematici con la famiglia, con la scuola, difficoltà relazionali, che si sentono esclusi. Fenomeni accentuati dalla pandemia Covid e dai social network, usati sovente per mostrare “prodezze” e fucina di emulatori.

Gang in Italia (e in Brianza), l’analisi di Transcrime

Senza dimenticare le responsabilità di un Paese, l’italia, “caratterizzato da diversi anni da difficoltà strutturali per i più giovani” si legge nella ricerca. Oltre alla “analisi sistematica” degli articoli di giornale sul fenomeno, le informazioni per la ricerca Transcrime sono state reperite attraverso questionari conoscitivi somministrati tra novembre del 2021 e marzo 2022 ai Carabinieri (comandi provinciali), Questure e Uffici di servizio sociale per minorenni (Ussm) per accertare la presenza di gang giovanili nei territori di competenza, le loro caratteristiche e attività e proposte per prevenire e contrastare il fenomeno.

La copertina della ricerca Transcrime

Gang in Italia (e in Brianza): l’identikit dei gruppi

Cosa è emerso? Innanzitutto, con non univocità tra forze dell’ordine e Ussm, che il fenomeno è diffuso e ovunque – ma soprattutto al Nord – e in crescita. E poi l’identikit delle gang: composte da meno di dieci individui, maschi, italiani, tra i 15 e i 17 anni. Ovviamente con dei distinguo. I gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang straniere lo sono spesso a loro volta, vedi i latinos di Milano. Gang composte da stranieri di prima o seconda generazioni sono più frequenti al Nord. Risse, percosse, lesioni. E poi bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici sono i crimini più frequenti tra i gruppi minorili nazionali che hanno nei loro coetanei le vittime designate. La maggior parte “non ha una struttura definita” ed è “prevalentemente dedito a attività violente o devianti”. Ma ci sono anche quelli, soprattutto al Sud (ma anche a Milano), che si ispirano o “hanno legami” con organizzazioni criminali italiane. Oppure ancora, minoranza, gruppi con una struttura definita, ancora italiani, che fanno furti e rapine.

Gang in Brianza: “gruppi fluidi” con legami deboli e senza gerarchie chiare

In prevalenza la stagione estiva e i fine settimana sono i periodi dove le gang sono più attive. Secondo le forze dell’ordine, che dalla ricerca hanno “una fotografia più aggiornata dell’esistente” è evidente la presenza a Monza in Brianza di gang giovanili: negli ultimi 5 anni per i carabinieri sarebbe stabile mentre per la questura il trend delle presenze sarebbe invece aumentato. Si tratta esclusivamente di gruppi “fluidi”, con legami deboli senza gerarchie chiare, identificabili attraverso le loro attività sui social perché i componenti hanno caratteristiche socio-anagrafiche simili e dalla ripetitività dei reati commessi, “attività violente o devianti occasionali” soprattutto risse, ma una gang su tre fa anche furti e rapine a coetanei. Si sono poi registrati anche “episodi di minacce con armi da taglio” e “violenze sessuali”. In Brianza non sono invece presenti gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali, italiane o straniere né con una struttura definita e dediti a attività criminali specifiche.

Vimercate, Baby gang: 4 arresti per dodici rapine - fotogramma da video carabinieri
Vimercate, Baby gang: 4 arresti per dodici rapine – fotogramma da video carabinieri

Gang in Italia (e in Brianza): il contrasto non è solo la repressione

Il contrasto? Manca al momento un riferimento legislativo per ipotizzare ad esempio una “associazione a delinquere” (“ipotizzato dalle Forze di polizia solo occasionalmente”). Resta prevalente l’idea che “un’azione fondata solo sulla repressione” sia inefficace. Tra quelli in carico agli Ussm la metà dei membri delle gang che hanno commesso reati usufruiscono della sospensione del procedimento con “messa alla prova” in casa o in comunità. Solo il 3 per cento si trova in istituti penali per i minorenni, il 4% è colpito da “misura penale di comunità alternativa alla detenzione”. Parlando di piani educativi personalizzati, prevalgono le attività socialmente utili, sportive o di volontariato e le attività di studio o lavoro. Cosa fare per alleviare il fenomeno? Secondo gli interpellati occorrerebbero “interventi sinergici fra le diverse istituzioni“. Sottolineata l’importanza di scuole e famiglie, quindi la necessità di supporto alla genitorialità e alle necessità dei nuclei, luoghi di aggregazione con laboratori e attività, percorsi formativi e lavorativi individualizzati, attività di mediazione familiare e penale e una costante mappatura del fenomeno sia sul singolo territorio che in rete.

Cos’è Transcrime: un centro di ricerca interuniversitario

Transcrime è il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica di Milano, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia. Il centro, diretto dal professor Ernesto Ugo Savona, ha sede a Milano e ha uno staff di oltre 25persone. Il suo obiettivo è facilitare un’efficace prevenzione e controllo della criminalità attraverso idee innovative, analisi avanzate, tecniche all’avanguardia e cooperazione internazionale. La ricerca (di Savona Ernesto U., Dugato Marco e Villa Edoardo (2022), Le Gang Giovanili in Italia. Milano: Transcrime -Università Cattolica del Sacro Cuore) è stata svolta In collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno e con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.