Brugherio: quattro divieti d’accesso in piazza Roma alla baby gang che terrorizzava il centro

Quattro divieti di accesso e stazionamento nel centro di Brugherio emessi dalla Questura nei confronti della baby gang responsabile di minacce, calci e pugni in testa all’avventore del bar che aveva osato rimproverarli.
Brugherio Piazza Roma
Brugherio Piazza Roma Fabrizio Radaelli

Minacce, calci e pugni in testa all’avventore del bar che aveva osato rimproverarli. Così due ragazzi e due ragazze hanno deciso di punire un trentenne brugherese finito all’ospedale San Gerardo di Monza con contusioni multiple.

Una scena da film che potrebbe sfociare in almeno quattro denunce per lesioni aggravate e già tramutata in provvedimenti di divieto di accesso e stazionamento nel centro della città emessi dalla Questura di Monza e Brianza “per garantire la sicurezza urbana e prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi”.

I carabinieri di Brugherio, piombati sul posto la sera dei fatti, venerdì della scorsa settimana, hanno condotto le indagini per risalire all’identità del quartetto: quattro ragazzi italiani, fra loro due giovanissime ancora minorenni, segnalati poi alla Questura per una rissa fra avventori in piazza Roma.
Due già con precedenti penali e di polizia per reati contro il patrimonio e in materiadi stupefacenti. Nei loro confronti è stato emesso il divieto d’accesso in piazza Roma di 12 mesi per il più grande, neomaggiorenne, e un periodo di tempo 6 mesi per gli altri tre, tra cui due ragazze minorenni. Sono stati accompagnati in via Montevecchia dai loro genitori.

I fatti accendono una luce su un fenomeno giovanile da monitorare.

Preoccupa il gruppo di ragazzini che trascorrono i pomeriggi nei bar del centro, pretendendo di giocare alle slot, disturbando e minacciando, passando da “Angelo” di via De Gasperi al “Centrale”, alle panchine vista chiesa. Sembrano privi di consapevolezza rispetto alla portata delle loro azioni, maleducati con gli adulti e i gestori dei bar, con derive anche violente.

Le due ragazzine, in particolare, più giovani dei maschi: come loro però hanno partecipato al pestaggio, sferrando anche calci alla testa al malcapitato.

Tutto è partito all’interno del bar Centrale dove i due ragazzi hanno iniziato a dare fastidio e ad afferrare prodotti senza pagarli, fumando e rifiutando di indossare la mascherina. I rimproveri del gestore sono stati la miccia che ha mandato su tutte le furie uno dei due giovani avventori il quale ha cercato di sfondare il pannello in plexiglas che divide il banconista dalla clientela.

Spaventato dalla piega, un altro cliente, un uomo di 30 anni che abita in città, è intervenuto per trattenere i ragazzini dal loro intento. Non erano ancora le 23 quando il gestore ha deciso di chiudere il locale per evitare ulteriori problemi.

Fuori dal bar, in piazza Roma, i due giovani si sono avvicinati al 30enne, attardatosi in piazza per fumare una sigaretta, e lo hanno insultato e minacciato con frasi tipo “non ti dovevi permettere di dirmi cosa devo fare, io faccio quello che voglio”. Velocissimo e inaspettato il primo pugno in faccia e poi la lotta che ha fatto cadere a terra entrambi.

Sarebbe qui che i compagni del ragazzino sono entrati in azione con schiaffi e, appunto, calci e pugni alla testa del trentenne. Il barista è uscito di corsa per difendere la vittima che nel frattempo, per liberarsi dalla presa, aveva dato un morso all’aggressore.

I carabinieri sono arrivati poco dopo ma il gruppetto era stato disperso. L’ambulanza ha trasportato il 30enne al San Gerardo. Per lui pochi giorni di prognosi per le contusioni, ma il grande spavento di essersi trovato suo malgrado in un “Arancia Meccanica” di provincia. Le accurate descrizioni fornite sugli aggressori che sono frequentatori fissi di piazza Roma e via De Gasperi, insieme alle eventuali registrazioni delle videocamere di sorveglianza, hanno chiuso il cerchio intorno alla baby gang.

Il Questore della Provincia di Monza e della Brianza Marco Odorisio ha evidenziato “l’importanza di tali interventi in chiave di prevenzione a favore dei giovani come richiamo e sensibilizzazione al rispetto delle regole e del prossimo, improntando il proprio agire ai valori della legalità, precondizione per un sereno e pacifico vivere comune. Ed ancora l’efficace sinergia evidenziata dal caso in esame dove i Carabinieri hanno dimostrato di saper ascoltare il territorio veicolando la voce del territorio agli uffici della Questura per l’adozione di un tempestivo intervento a favore della comunità di Brugherio, che ristabilisse il principio del rispetto delle regole”.