F1, il fotografo Giancarlo Torchio: una vita per i motori, il rapporto speciale con Schumacher e un consiglio a Monza

Giancarlo Torchio , 74 anni, ha dato il nome a cinque negozi aperti negli anni tra Monza e la Brianza, ma soprattutto lo ha legato al mondo dei motori.
F1 Monza il fotografo Torchio con Michael Schumacher - foto Fabrizio Radaelli
F1 Monza il fotografo Torchio con Michael Schumacher – foto Fabrizio Radaelli Fabrizio Radaelli

Nel 1979 ha aperto il primo negozio in viale Libertà, nel 1984, fu il primo a portare a Monza le macchine per la stampa a colori in un’ora. Allora si portavano i rullini. Giancarlo Torchio , 74 anni, ha dato il suo nome a cinque negozi che ha aperto negli anni tra Monza e la Brianza, ma soprattutto lo ha legato al mondo dei motori. La sua passione.
Del resto, basta passare davanti alle vetrine del negozio di via Manzoni per capire che dietro c’è l’anima di qualcuno che vive di Gran Premi, del rombo dei motori, alla ricerca dello scatto perfetto che può consegnare alla storia.

«Lo scorso anno ho esposto il modello del casco di Schumacher – spiega – quest’anno ho voluto dedicare la vetrina a due gradi campioni come Alboreto con il suo casco originale e Villeneuve di cui espongo anche la magnum che stappò a Monza».

F1 Gp d'Italia 2025 Monza si prepara il fotografo Giancarlo Torchio - foto Fabrizio Radaelli/ilCittadinoMB
F1 Gp d’Italia 2025 Monza si prepara il fotografo Giancarlo Torchio – foto Fabrizio Radaelli/ilCittadinoMB

F1, il fotografo Giancarlo Torchio: gli esordi

Il suo primo Gran premio?
Avrò avuto 20 anni. Allora si entrava gratis dopo dieci giri e da ragazzo ne approfittavo, poi ho sempre pagato il biglietto.
Quando ha iniziato a entrare con la macchina fotografica?
Dal 1995, lavoravo per Ercole Colombo, Philip Morris e Autosprint. Facevo 15/ 16 Gran premi ogni anno e giravo il mondo. Conservo ancora tutti i Pass e tutte le pettorine.

F1, il fotografo Giancarlo Torchio: le avventure con Michael Schumacher

Il pilota del cuore?
Michael Schumacher.
Ho seguito tutta la sua carriera dagli esordi. In negozio ho una serie di scatti che mi fece il vostro fotografo Fabrizio Radaelli nel 2010. Siamo all’ingresso dei Paddock, Michael entra, io mi avvicino, lui mi sorride, ci raccontiamo qualcosa che ora non ricordo e iniziamo a ridere. Avevamo una bella intesa, prima di arrivare a Monza mi chiamava chiedendomi di prenotare un campo per giocare insieme a calcio con i meccanici Ferrari.
Dove andavate?
Un anno al vecchio Sada, un’altra volta alla Dominante, ma erano incontri a porte chiuse, un’ora di divertimento senza pubblico e poi si andava a mangiare tutti insieme.
Era una buona forchetta?
Mi chiedeva consigli sui ristoranti a Monza. A volte usciva con la moglie. Chiedeva sempre posti tranquilli che gli garantissero la privacy.
È vero che ha anche sciato con Schumi?
A Madonna di Campiglio c’era un evento promosso da Philip Morris. Ricordo un anno portarono una Ferrari con gomme chiodate su un lago ghiacciato e altre auto modello Panda con cui i piloti si divertivano come sugli autoscontri.
Chi sciava meglio?
Badoer era il più bravo, ma anche Massa e Fisichella. La prima volta che arrivò Schumacher non sapeva sciare e veniva giù a spazzaneve, ma con il suo carattere si impegno e in quattro anni diventò il più forte di tutti.
Dopo l’incidente, proprio sugli sci, ha avuto modo di contattare la famiglia?
No, è impossibile, ma lo penso sempre

F1 Monza il fotografo Torchio con Michael Schumacher - foto Fabrizio Radaelli
F1 Monza il fotografo Torchio con Michael Schumacher – foto Fabrizio Radaelli

F1, il fotografo Giancarlo Torchio: il giro del mondo e il confronto con Monza

Lei ha girato il mondo. Il Gran premio più bello?
Mi piacciono i circuiti di Budapest e del Brasile per la visibilità che offrono al pubblico e anche il fascino di Montecarlo.
E Monza?
A Monza lo spettacolo è la premiazione. Quel palco sulla pista è insuperabile e l’onda dei tifosi non esiste da nessuna parte al mondo, però preferivo il vecchio podio.
La foto a cui è più legato?
Tutte le foto che ho fatto a Schumacher. Sono migliaia. Tra le foto premiate ce n’è una con Alonso che taglia il traguardo con tre ruote e ho ricevuto un premio a Montecarlo per una foto di Jenson Button che dopo la premiazione corre verso i tifosi con il cameraman che lo insegue.
Da monzese pensa che Monza sia in grado di sfruttare la visibilità data dal Gran premio?
Troppo poco. Adesso vedo che tra i commercianti ci sono più vetrine a tema e più voglia di partecipare, ma l’evento Fuori GP di Monza è meno interessante di quelli proposti dai paesi intorno al circuito. Un mio amico collezionista di cimeli ha dovuto realizzare la sua mostra ad Arcore perché a Monza non ha avuto spazi e i simulatori sono a Vedano e non più a Monza»
Sarà in autodromo?
Certamente. Lavoro per la Guardia di finanza. Lo scorso anno celebravano i 250 anni e una mia foto, stampata su tela, è esposta al museo di Roma.

L'autore

Il primo articolo a 13 anni e non ho più smesso. Al Cittadino dal 1992 ho scritto po’ di tutto con un amore incondizionato per Parco e Villa reale. Leggo molto e sono nella giuria del Premio Brianza.
Mi piace raccontare storie e possibilmente buone notizie. Le mie buone notizie sono i miei quattro figli e la nipotina!