Un augurio al nuovo sindaco di Lissone. È quello che il prevosto don Tiziano Vimercati rivolge dalle pagine del notiziario parrocchiale a Laura Borella. Un messaggio cordiale che pone in primo piano anche significative riflessioni sul ruolo del sindaco oggi e sui bisogni di una città. “Non è una poltrona comoda, anche se ambita, quella di sindaco di Lissone – osserva il parroco – in molti vorrebbero occuparla, naturalmente per mettersi al servizio dei cittadini, con la sola preoccupazione di favorire il bene comune. Da due settimane abbiamo un nuovo sindaco, Laura Borella, eletta senza la necessità di ricorrere al ballottaggio. A Lei auguriamo buon lavoro perché sappia realizzare i buoni propositi che sicuramente porta nel cuore e custodisca la città facendola crescere nella bellezza e nell’ospitalità, favorendo l’orgoglio dei cittadini di farne parte“.
Lissone, gli auguri del prevosto al sindaco: “Raggiunga l’equilibrio tra sogno e concretezza”
Don Tiziano ritiene che: “il sindaco debba raggiungere l’equilibrio tra il sogno e la concretezza della vita del singolo cittadino (nella sua cruda realtà)“. E spiega. “Il sogno: per un sindaco, non è solo l’ideale perfetto, irraggiungibile però. E’ la visione alta della società, è la capacità di guardare sempre “oltre”. E’ anche non rassegnarsi a ciò che già esiste (bello o brutto che sia). E riconsegnare la città migliore di come la si trova (che in ogni caso non è proprietà del sindaco e neanche dall’Amministrazione)– aggiunge il parroco – la città non diventa migliore se ci si preoccupa solo dei pur necessari e urgenti bisogni materiali. C’è una ricchezza culturale, spirituale, di associazionismo, di solidarietà e volontariato che deve essere valorizzata, perché è l’anima della città“.
L’augurio del prevosto al sindaco di Lissone: “Attenzione ai poveri”
La concretezza. “Quella della vita di ogni singolo cittadino– spiega – e non può mancare l’attenzione verso ciascuno di loro, soprattutto nei momenti difficili della vita, quando il cittadino non si sente tutelato, o addirittura vessato e non vede riconosciuti i propri diritti. Non può mancare l’attenzione privilegiata in favore dei poveri (ricordandosi che ciascuno di loro ha un nome e un cognome, proprio come i ricchi e i potenti). Non può mancare la consapevolezza che la comunità umana non è formata da uomini e donne perfette, che ci sono persone, per i più svariati motivi, che stanno ai margini della società e che da soli non ce la fanno. Vanno aiutati e non fingere di non vederli, senza considerarli un peso e una scocciatura“. E conclude. “Il cittadino è sicuramente contento quando vede che nella sua città si realizzano cose grandi e belle, ma alla fine poco gli importa se non si risponde ai suoi legittimi e sacrosanti desideri e diritti“.