È definitivo: la Corte di Cassazione ha giudicato inammissibile l’ultima istanza con la quale i legali di Massimo Bossetti, il muratore 43enne di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, 13 anni di Brembate di Sopra, chiedevano di poter analizzare i reperti dell’indagine. Una vicenda complessa è quella della richiesta di analizzare i reperti del caso.
Caso Yara: Cassazione boccia la richiesta d’analisi dei reperti, il commento
Mercoledì 15 febbraio la suprema Corte ha detto definitivamente che i reperti potranno essere visionati nell’Ufficio Corpi di reato dove sono conservati, ma non analizzati. Sarà comunque la Corte d’Assise di Bergamo a decidere quando fare la visione. «È assurdo e sconvolgente – ha commentato Claudio Salvagni, uno dei difensori di Bossetti – è come dire che Cristo è morto di freddo».
«La notizia dell’inammissibilità delle analisi sui reperti del caso Yara non mi sorprende – ha commentato la giornalista specializzata Laura Marinaro, anche cronista di giudiziaria del Cittadino – Sono stati sette prima di questo i dinieghi, in quanto l’accertamento che portò a isolare la traccia di Ignoto Uno su slip e leggings della tredicenne fu di fatto irripetibile e compiuto alla presenza di tutte le parti allora presenti. Bossetti fu identificato come Ignoto Uno dopo una complessa indagine, con una certezza di oltre il 99 per cento. Nel nostro libro un capitolo è dedicato alla ‘saga’ dei reperti che speriamo sia definitivamente chiusa con questa ultima sentenza di diniego. Per dare pace e verità a Yara e alla sua famiglia»
Caso Yara: Cassazione boccia la richiesta d’analisi dei reperti, il libro “Autopsia di un’indagine”
Tutto sull’indagine che portò all’identificazione di quella traccia e poi al processo a Bossetti è nel libro “Yara. Autopsia di un’indagine” (Mursia, pagg. 204,) scritto a quattro mai – “solo per amore di giustizia e verità” – da Marinaro e dalla criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone. Le autrici l’avevano presentato a Monza allo Spazio16 nel novembre 2023.
Caso Yara: Cassazione boccia la richiesta d’analisi dei reperti
«Un percorso che con la criminologa Roberta Bruzzone abbiamo seguito direttamente e con attenzione – ha spiegato Marinaro – Attraverso un dialogo serrato, si ricostruiscono tutti i passaggi di un’inchiesta unica nel suo genere che ha permesso ai giudici di esprimersi ben al di là di ogni ragionevole dubbio. Ho seguito le indagini e il processo senza alcun preconcetto. L’ho raccontato, in ogni suo grado, nell’unico modo in cui so fare, ovvero come cronista di giudiziaria. Il libro è nato proprio dall’esigenza di raccontarlo non solo dalle pagine di un giornale ma con uno scritto onesto intellettualmente in cui c’è solo la realtà di come è davvero andata. Niente altro. Roberta Bruzzone insieme a me ha presentato “Yara” a Monza lo scorso 25 novembre prima di fare il tutto esaurito anche a Brugherio e tornerò al teatro Villoresi il prossimo 14 maggio con il suo spettacolo sulla manipolazione affettiva “Favole da Incubo”, purtroppo già sold out».
Caso Yara: Cassazione boccia la richiesta d’analisi dei reperti, mai chiesta comparazione Dna durante le indagini
I difensori di Bossetti mai durante le indagini preliminari chiesero di ripetere la comparazione del Dna di Bossetti con quello di Ignoto Uno, isolato sugli slip e sui leggins della bambina e contestuale a dei tagli, dunque sicuramente dell’assassino. Dopo la condanna definitiva all’ergastolo del 2018 iniziò il rimpallo di richieste e dinieghi (in tutto otto) per rianalizzare i reperti (ovvero i vestiti e le provette con gli “avanzi” del Dna). La revisione tanto agognata, comunque, è molto lontana: per richiederla bisognerà trovare un elemento nuovo.