Le parole sono brutali: «Arcore come era 15 giorni fa non ci sarà più». Ecco perché le associazioni e i comitati ambientalisti che gravitano intorno ai Colli Briantei e al Vimercatese chiedono un passo avanti di responsabilità collettiva per far sì che l’Autostrada Pedemontana, che si sta srotolando sulla Brianza con un impatto che appare devastante, possa portare comunque – alla fine – qualcosa di utile.
È la “Barriera verde” la carta presentata lunedì 10 marzo alla serata organizzata a Bernate alla presenza del sindaco di Arcore Maurizio Bono. Un progetto presentato da Marco Monguzzi e proposto a nome dell’associazione Colli Briantei, circolo Gaia-Legambiente, Comitato No Pedemontana e Gas Vitale Arcore per prevedere nuove compensazioni ambientali nelle aree interessate dal passaggio dell’autostrada, in più oltre a quelle previste da Pedemontana per 1.600 milioni. Su terreni agricoli pubblici e privati, su terreni già vincolati e non inseriti in piani di trasformazione edilizia magari perché in un parco regionale. In partnership con i comuni confinanti di Usmate, Lesmo e Camparada, in collaborazione con il Parco Valle Lambro e il Plis dei Colli Briantei, con aziende e associazioni.

Arcore e dintorni: la “barriera verde” e Pedemontana, di cosa si tratta
Una proposta articolata per una vera e propria barriera di alberi a protezione di un territorio che non potrà essere, per forza di cose, più lo stesso. Una protezione in più da smog e rumore, ma anche un modo per mitigare il rischio idrogeologico a cui si espone la città con il taglio dei boschi nel periodo di cantiere.
Lunedì sera si è riempito in fretta l’auditorium dell’oratorio di Bernate di Arcore, una sala con più di trecento persone attente alle parole degli organizzatori decisi a mettere in piedi un incontro pubblico dalla necessità di avere delle informazioni su quello che all’improvviso, pur atteso da trent’anni, si è scatenato intorno alle case: ruspe nei boschi, terreni rimescolati, camion già in movimento.
«Noi siamo e saremo sempre contro quest’opera – ha introdotto Monguzzi – Questa è una sconfitta di tutti, della politica e dei cittadini che hanno a cuore il territorio. Ma è già adesso il momento di guardare avanti, di continuare a lavorare insieme. Perché se non esiste una compensazione in breve tempo per quello che già è stato fatto, è possibile realizzare compensazioni ambientali che siano in grado di mitigare l’impatto nel medio-lungo termine. Le piantumazioni vanno effettuate ora, gli alberi devono avere il tempo di crescere».
Senza aspettare i mille giorni, stimati, di cantiere. Ed ecco la proposta che può essere allargata a tutta la tratta C e oltre: dove non sia possibile procedere con l’acquisto delle aree da parte dei Comuni, proporre ai privati affitti a lunghissimo termine proponendo anche partnership pubblico-privato sul tema della gestione. Ma con quali soldi? Oltre ai fondi delle compensazioni di Pedemontana, la proposta è di andare a utilizzare i rimborsi per gli indennizzi da taglio forestale (da chiedere alla Provincia per averli da Regione Lombardia), i fondi dei parchi, i bandi regionali e provinciali, il coinvolgimento di aziende che hanno vantaggio a mettere a bilancio opere di sostenibilità ambientale.


Arcore e dintorni: la “barriera verde” per esempio a Bernate
Nello specifico a Bernate il progetto disegna una fascia boscata a tagliare via Varisco tra l’abitato e la scuola elementare esistente e la futura autostrada. Propone una oasi al Laghettino, in cima a via Roccolo, per proteggere la biodiversità della zona umida (dove lo stesso Monguzzi, nei giorni scorsi, ha avvistato per la prima volta un martin pescatore) con percorsi didattici, canneti, piante igrofile e altro rimboschimento, poi nuovi boschi con funzione tampone in via Giotto e Rio Rinz e alla vasca volano.
La proposta è stata accolta dal sindaco e dai suoi assessori Luca Travascio (viabilità) e Lorenzo Belotti (urbanistica). Il sindaco Bono l’ha definita «una suturazione di una ferita creata nel territorio» e ha aggiunto alla proposta delle associazioni le azioni già intraprese dall’amministrazione, in particolare quelle con Brianzacque per andare a monitorare e dove possibile potenziare il sistema delle vasche volano proprio per la sicurezza del paese in caso di fenomeni meteorologici violenti come quelli che hanno già colpito il territorio negli ultimi anni.
Una nuova vasca è in progettazione con il Comune di Casatenovo a nord, sotto osservazione la vasca Misurato in viale Brianza. Grande attenzione è riservata anche alla capacità di raccolta della pioggia da parte dei tetti dell’azienda Dalmine che vanno a mettere in crisi il sistema di scarico e una vasca è prevista anche in quella zona.

Arcore e dintorni: la “barriera verde” e cosa accade con Pedemontana
La serata è stata introdotta dalla presentazione generale del progetto, che attraverserà Arcore con quattro gallerie dal confine con Lesmo a Velasca, un viadotto sopra via Brianza, depositi di terra a Usmate, Velasca e al confine con Oreno. L’impatto sul territorio “del mostro di cemento” visto sia dal punto di vista ambientale sia per l’impatto sulla viabilità, uno dei temi che più sta a cuore ai cittadini.
Arcore, ha spiegato il sindaco Bono, fa parte di diversi tavoli con tutti i Comuni interessati da Lesmo a Vimercate per una visione congiunta dello sviluppo del progetto e per il tavolo della Tratta C è capofila dell’accordo con la società Pim per la gestione delle criticità legate al traffico.
Intanto Pedemontana ha chiesto tempo fino alla prima settimana di aprile per realizzare le piste di cantiere – che arriveranno quindi dopo l’apertura dei cantieri – intorno alla base di Velate e a Oreno, per salvare i due paesi dal passaggio quotidiano dei mezzi.
Nascerà quindi l’opera definita “TrMi17” che in futuro sarà la tangenziale di Arcore. Durante i cantieri permetterà ai camion di raggiungere a sud la rotonda della Bergamina per raggiungere la cava in provincia di Varese dove sarà analizzata e stoccata parte della terra scavata.