Centocinque manichini dipinti di rosso occuperanno piazza Duomo a Monza tra il 7 e l’8 marzo. “Donne in rosso” è il progetto artistico firmato da Elend Zyma per raccontare e ricordare le vite spezzate delle donne (solo lo scorso anno sono state ben più di 105) uccise dagli uomini di cui un tempo si fidavano. Corpi senza più vita, come i manichini appunto, ma che nell’intenzione dell’artista albanese rivivono attraverso le mani e le storie di chi li ha dipinti di rosso.
Monza: 105 manichini rossi, l’opera di Elend Zyma
«Il rosso – spiega Zyma – richiama certamente il sangue, la violenza, ma anche la forza, la passione e la resilienza delle donne. Diventa quindi segno di rinascita e speranza». A dipingere i 105 manichini sono stati alcuni detenuti della casa circondariale di Monza con cui Zyma collabora da tempo. Non un semplice lavori di pittura ma un percorso durato diversi mesi, portato avanti grazie alla collaborazione con gli operatori del Centro antiviolenza di Desio. «È stato un cammino intenso e per molti di loro anche sofferto che li ha obbligati a riflettere sui reati che hanno compiuto. Per alcuni è stato complicato anche solo prendersi cura del manichino che gli era stato affidato – spiega la direttrice del carcere di Monza, Cosima Buccoliero -. All’inizio hanno risposto all’appello una cinquantina di detenuti, poi solo quindici sono rimasti fino alla fine, mettendosi in gioco».
Da questa esperienza è nato un video che sarà proiettato sabato 8 marzo, durante la presentazione dell’installazione che inizierà alle 16. Ad accompagnare la performance sarà la musica del compositore francese Thierry Terranova che per l’occasione ha composto “Il grido del silenzio. Donne in rosso”, un’opera musicale ispirata al lavoro di Elend Zyma. In scena ci saranno anche le ballerine della scuola di danza Il sogno di Brianza, che danzeranno sulle note suonate dal vivo da Terranova.
Monza: 105 manichini rossi, chi ha collaborato
L’artista, i detenuti, ma anche i giovani hanno preso parte a questo lavoro corale. Sono i ragazzi della scuola Don Milani di Vimercate, il plesso don Saltini di Oreno e quelli del centro educativo Carrobiolo dell’impresa sociale Il Carro. L’opera resterà esposta al pubblico per le giornate del 7 e 8 marzo. «Mentre saremo in piazza continuerò a lavorare su altri manichini, perché purtroppo mentre noi saremo qui ad osservare l’opera da qualche parte nel mondo una donna verrà aggredita, molestata, uccisa. Non dobbiamo mai dimenticarcelo», racconta Zyma.
Al centro dell’opera dunque il corpo, quello deumanizzato dalla mano violenta degli uomini e quello rinato dalle mani creative di chi ha collaborato al progetto. E il corpo, evocato, è stato al centro anche di una misteriosa campagna pubblicitaria che l’artista ha lanciato due settimane fa proprio sulle pagine de Il Cittadino. Una pagina completamente bianca su cui campeggiava la scritta, tratta dalla preghiera eucaristica pronunciata dal sacerdote durante la messa: “Prendete e mangiatene tutti”. «Anche da spettatore non ti puoi sottrarre a quello che accade al corpo delle donne. È un sacrificio di cui tutti devono essere consapevoli». L’intenzione è di rendere itinerante il progetto “Donne in rosso”, perché possa arrivare in altre piazze.