Varedo: compravendita di Villa Bagatti, il Comune fa ricorso al Tar

Il Comune di Varedo fa appello contro la decisione del Tribunale di Monza di rigettare la richiesta di invalidare la compravendita di Villa Bagatti.
Varedo Villa Bagatti
Varedo Villa Bagatti

Il Comune di Varedo si appresta a fare appello contro la decisione del Tribunale di Monza di rigettare la richiesta di invalidare la compravendita di Villa Bagatti, che da anni impegna la città stessa con un mutuo voluminoso che grava sulle casse comunali e lo farà ancora per parecchi anni. Dopo la sentenza che di fatto elimina la possibilità di edificare del residenziale in un angolo del sito della Villa, in questo inizio 2024 è arrivata un’altra sentenza da Monza: la compravendita è da ritenersi valida a tutti gli effetti.

Varedo: la compravendita di Villa Bagatti è valida, le parole dell’assessore Figini

La recente sentenza datata 22 gennaio e appena pubblicata, ha rigettato la domanda di nullità avanzata dall’amministrazione del Comune di Varedo che aveva intentato la relativa causa invocando una norma intervenuta nell’ordinamento giuridico in epoca successiva alla stipula dell’atto di compravendita e del connesso contratto di apertura della linea di credito con garanzia a favore della Fondazione “La Versiera 1718”, norma che però non è non più vigente dal 2016. 

Ora arriva la decisione dell’amministrazione Vergani, resa pubblica per voce dell’assessore Matteo Figini che annuncia il ricorso in appello.
«Questa sentenza ci lascia stupiti, più che amareggiati – spiega Figiniuna sentenza positiva infatti avrebbe comportato conseguenze immediate pesanti per la Villa. Sembra che ci siano presupposti per un ricorso in appello fondato che potrebbe riformare la sentenza di primo grado: i nostri legali stanno già lavorando in tal senso. I tempi stringono».

Varedo: la compravendita di Villa Bagatti è valida, sentenza notificata

Infatti, la sentenza è stata ufficialmente notificata e mancano già meno di 30 giorni alla scadenza dei tempi previsti dall’ordinamento giudiziario. «In ogni caso – tira le fila Figini – ad oggi, questa sentenza per la nostra villa e per i rapporti con la fondazione non cambia nulla: continueremo a lavorare per una soluzione indolore che contemperi la tutela del patrimonio culturale da un lato e le esigenze di bilancio per i beni e i servizi da garantire primariamente alla cittadinanza».