Si sono dati appuntamento all’ingresso della scuola media Sabin, in via Iseo a Monza, gli insegnanti del comprensivo San Fruttuoso che venerdì 17 novembre hanno deciso di aderire allo sciopero generale. Un’adesione di massa, che ha coinvolto il 90% degli insegnanti della Sabin, che dopo un primo momento davanti alla loro scuola hanno poi raggiunto il corteo a Milano.
Sciopero a scuola, adesione alta alla Sabin di Monza: insegnanti contro il dimensionamento del Comprensivo con la primaria Tacoli
“Più risorse per la scuola. No al dimensionamento” è lo slogan scritto in rosso sullo striscione che hanno appeso all’ingresso della scuola.
«È assurdo pensare di risparmiare tagliando un servizio fondamentale come la scuola – spiegano i docenti – ma non solo. Scioperiamo contro i tagli imposti dalla manovra ma anche contro l’ipotesi del ridimensionamento degli istituti comprensivi avanzata dalla Provincia di Monza».
Proprio il comprensivo di San Fruttuoso è al centro in queste settimane di una proposta presentata dal sindaco Paolo Pilotto, per scongiurare l’eliminazione per calo di iscrizioni di uno dei nove comprensivi di Monza. L’ipotesi consegnata alla Provincia coinvolge la primaria Tacoli che si trova a Triante, che dovrebbe essere accorpata al comprensivo San Fruttuoso, e il comprensivo di Vedano al Lambro che potrebbe essere unito alla Salvo D’Acquisto di Monza.
«Accorpare i comprensivi significa che uno stesso dirigente che oggi coordina una popolazione di 600 studenti dovrà occuparsi di oltre mille studenti. Una sorta di mega istituto dove inevitabilmente si sacrificherà la qualità del servizio offerto e l’organizzazione delle risorse».
Sciopero a scuola, adesione alta alla Sabin di Monza: le motivazioni degli insegnanti
Gli insegnanti sperano ancora che il progetto di contenimento dei costi e delle spese imposto dalla Regione su indicazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito possa ancora essere scongiurato. «Tante funzioni strumentali sono in capo ai docenti – spiegano gli insegnanti – ridurre i fondi destinati a questi progetti significa impoverire la scuola. Lo abbiamo già visto con il calo progressivo dei finanziamenti destinati al Fis che serve proprio per retribuire insegnanti impegnati in attività aggiuntive come l’orientamento, il coordinamento dell’inclusione. Nel tempo queste risorse si sono ridotte sempre più».
Dunque istanze nazionali come la richiesta di evitare nuovi tagli alla scuola, e richieste locali, come il rifiuto all’ipotesi di ridimensionamento, condivisa anche dai rappresentanti dei genitori in consiglio di istituto, accanto ai docenti nella mattinata di protesta davanti alla Sabin.
«Un quartiere identitario come San Fruttuoso deve avere un suo comprensivo – spiegano i genitori – Noi rappresentiamo le famiglie del quartiere. Se verremo smembrati dovremo fare riferimento non più a un unico consiglio di istituto, ma a tre diversi organi organizzativi. Questi tagli non consentiranno più alle realtà locali come gli istituti comprensivi di essere punto di riferimento nel quartiere e sul territorio».