Incredibile risvolto nel caso dell’omicidio di Michelangelo Radaelli avvenuto a Solaro all’antivigilia di Natale del 2017. L’uomo era stato trovato sgozzato nel box del proprio complesso residenziale al Villaggio Brollo. Dopo cinque anni, ed una lunga vicenda giudiziaria, quello che è stato ritenuto il responsabile per tutto questo tempo, Mario Zaffarana, è stato assolto nel processo di appello bis. Lo ha deciso la Corte di Assise di Milano a cui la Corte di Cassazione aveva rinviato il processo dopo avere annullato la precedente sentenza.
Omicidio Radaelli, assolto Zaffarana: gli elementi poco chiari
A chiedere inizialmente la revisione del processo e successivamente anche l’assoluzione dell’imputato anche la Procura generale, associandosi alle richieste del ricorso presentato dagli avvocati di Zaffarana, Marco Turconi e Luca Valaguzza, che ritenevano illogici la ricostruzione accusatoria e di conseguenza il verdetto di colpevolezza. Diversi gli elementi non chiari della vicenda: intanto i carabinieri avevano trovato un profilo di dna compatibile con quello dell’accusato nell’area del garage della vittima, ma si trattava di una zona comune a tutto lo stabile e dunque logicamente frequentata da tutti i residenti. Un’altra traccia biologica associabile a Zaffarana è stata trovata sulla giacca di Redaelli; quando è stato ritrovato il corpo, la vittima ancora indossava il giubbotto con il particolare che la manica sinistra si trovava fuori dal braccio, ma sembra che gli inquirenti abbiamo spostato lo stesso indumento per permettere al medico legale di intervenire con l’ispezione del cadavere. Il vestito è stato custodito come prova indiziaria, ma non è ritenuta del tutto attendibile.
Omicidio Radaelli, assolto Zaffarana: revisione del processo
Questa circostanza aveva causato un duro scontro tra accusa e difesa. Zaffarana era imputato di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili e abietti, il movente sarebbe infatti stati vecchi dissidi condominiali. Per lui la Procura di Monza aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Qualche dubbio anche sulla testimonianza di alcune amiche alle quali Zaffarana aveva raccontato del ritrovamento di un cadavere nel suo condominio, in un giorno in cui ancora però il corpo non era stato ritrovato. Sembra che le donne si siano confuse sulla data. Con l’imputato assolto, in tutti questi anni l’assassino di Radaelli potrebbe essere rimasto a piede libero.