Dalla proposta della creazione di una “via”, come quelle del vino o dell’olio, alla discussione sull’alveolatura nel panettone americano. Ampia la platea che lunedì 14 ottobre ha raggiunto Monza per la quarta Convention Mondiale del Panettone organizzata dall’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano. Esperti del settore, maestri dei lievitati, professionisti della comunicazione del food, rappresentanti della politica.
Monza, la Convention mondiale del Panettone: al centro il dolce tradizionale
Al centro lui, il panettone, a una manciata di settimane dal suo ritorno sul palcoscenico principale delle feste natalizie. Ben sapendo che la produzione sta per entrare nel vivo e che sulla tutela, e sul suo futuro, non si spengono mai i riflettori.
Monza, la Convention mondiale del Panettone: tavole rotonde e temi caldi
Il confronto si è aperto con la tavola rotonda sul tema “Da prodotto artigianale a business globalizzato: quale futuro e quali tutele per il panettone italiano?” con Claudio Gatti, presidente della Amlm, l’onorevole Daniela Dondi (Fdi) che è anche promotrice della proposta di legge per l’Istituzione della Giornata nazionale del panettone italiano, l’assessore regionale Barbara Mazzali, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde.
Poi gli special guest Angelo Musa e Fabrizio Galla in dialogo con la giornalista Angela Frenda (Cook, Corriere della Sera) sul legame tra Italia e Francia, mentre Roy Shvartzapel ha portato l’esperienza degli Stati Uniti.
Monza, la Convention mondiale del Panettone: la proposta dell’assessore regionale Mazzali per la promozione del prodotto
«Il panettone è molto più di un semplice dolce natalizio – ha detto l’assessore al Turismo, Moda e Marketing territoriale, Barbara Mazzali – è un patrimonio culinario che continua a evolversi, fra tradizione e innovazione. Credo fermamente che il suo successo risieda nella sua tradizione artigianale. Dietro a ogni panettone ci sono storie di maestri pasticceri che selezionano materie prime di altissima qualità, che rispettano tempi di lievitazione lunghi e utilizzano tecniche consolidate. Ogni variazione di questa ricetta, ogni innovazione, deve rispettare questi pilastri, senza tradire la sua essenza. Ecco perché è importante promuovere e difendere le piccole imprese artigianali che ancora oggi producono il panettone secondo metodi tradizionali. Dobbiamo tutelare i piccoli produttori, incoraggiando pratiche che privilegiano la qualità e l’autenticità rispetto alla quantità. Dalla ricetta lombarda nasce una versione originale e straordinaria di questo dolce, che è un vero e proprio pezzo di Lombardia da gustare e custodire come una delle nostre eccellenti tradizioni».
Per farlo ha lanciato agli artigiani «la sfida di aprire i loro laboratori per costituire una vera ‘Via del panettone artigianale’ da proporre ai turisti, sul modello di come hanno fatto le cantine produttrici di vini, perché si creino momenti di accoglienza con apertura dei laboratori dove si racconta come si fa un panettone. Aprite i vostri laboratori. Questa è la via perché pensiamo di essere bravi a farlo, non consentiremo di perdere questo valore, così come non lo consentiamo con la moda, il design e i nostri prodotti. Siamo la regione con il maggior numero di Igp, abbiamo buone ragioni perché sia così».