Monza: gli alabardieri ricordano il comandante Bernasconi a dieci anni dalla morte

Il corpo degli alabardieri di Monza ricorda con una messa in duomo l’ex comandante Simeone Bernasconi, a dieci anni dalla morte.
Monza, Simeone Bernasconi
Monza, Simeone Bernasconi

Il corpo degli alabardieri di Monza ricorda l’ex comandante Simeone Bernasconi, a dieci anni dalla morte, con una messa di suffragio il 19 luglio, alle 18, nel duomo di Monza.

«Persona di fede, attenta e appassionata, che ha scrupolosamente annotato le attività del corpo dal 1982 al 2013 – raccontano oggi gli alabardieri – I suoi quaderni sono stati rilegati in due volumi e sono conservati nell’archivio del duomo». 

Monza: gli alabardieri ricordano il comandante Bernasconi, rilanciò il corpo

Per trent’anni ha indossato la divisa di comandante del corpo degli alabardieri del duomo. Talmente scrupoloso da dedicare tempo e impegno non solo all’esteriorità della divisa (sua l’idea di modificare il piumaggio sui cappelli degli alabardieri, così come il restauro delle armi), ma anche al rigore e al portamento che ognuno doveva dimostrare in servizio. Fu sempre lui a rilanciare già nel 2010, il corpo con l’ingresso di ben dieci nuove leve nel corpo armato.

Monza: gli alabardieri ricordano il comandante Bernasconi, collezionista della Casa Savoia

Simeone Bernasconi, collezionistadi oggetti che parlano del re

Un uomo unico anche nell’aspetto, dal fisico esile e dal viso scavato, con lo sguardo luminoso ogni volta che raccontava delle sue grandi passioni: gli alabardieri e la famiglia Savoia. In vita ha raccolto cimeli e oggetti risalenti alla famiglia reale e in particolare al periodo di re Umberto e della regina Margherita, in una delle collezioni più prestigiose d’Italia: dai ritratti alle medaglie, dai menù dei pranzi reali ai carteggi.

Monza: gli alabardieri ricordano il comandante Bernasconi, l’aneddoto su re Umberto a cavallo

Tanti gli aneddoti che negli anni Bernasconi ha regalato a chi si perdeva nei suoi ricordi. Tra quelli a cui era più affezionato c’è il racconto del suo bisnonno Angelo Cazzaniga, che abitava nella Cascina del Sole, all’interno del parco.
«Un giorno passò re Umberto a cavallo e disse al mio bisnonno che aveva regalato la merenda che portava con sé ai suoi figli. Un incontro che il nonno Angelo non smise mai di raccontare a noi nipoti», aveva ricordato Bernasconi al Cittadino qualche anno prima della sua scomparsa.