Giussano, In-Presa lavora per limitare la dispersione scolastica sul territorio

L'attività, avviata nel 2021, si affianca al quella del più noto centro di formazione professionale a Carate Brianza. Gli utenti provengono da una vasta area della Brianza
La sede giussanese di InPresa

Offrire una strada. Perché nessuno si perda”. È il filo conduttore che, quotidianamente, anima chi è impegnato all’interno della sede di In-Presa di Giussano, che in via Alberto da Giussano, negli spazi di proprietà della parrocchia dei santi Filippo e Giacomo, propone percorsi personalizzati, finalizzati al conseguimento della licenza della secondaria di primo grado da parte di giovani altrimenti esposti al pericolo della dispersione scolastica, che si rimettono in gioco attraverso alcuni laboratori. L’attività, cominciata nel 2021 e sostenuta dalla Fondazione UniCredit, affianca quella del centro di formazione professionale che si trova a Carate Brianza, nella via intitolata alla sua fondatrice Emilia Vergani, moglie di Giancarlo Cesana, scomparsa nell’autunno del 2000 in un incidente stradale in Paraguay.

In-Presa: l’obiettivo è capire e rimotivare gli studenti

Un’immagine del laboratorio di falegnameria

«Ci adoperiamo contro la dispersione scolastica -spiega Antonia Viganò, coordinatrice del progetto medie e di aiuto allo studio-, in situazioni che evidenziano un disagio familiare. I nostri sono percorsi educativi personalizzati, che vanno di pari passo con la normale attività didattica e prevedono per un paio di mattine alla settimana momenti in piccoli gruppi e poi attività laboratoriali, che muovono dalla falegnameria alla tappezzeria, dall’elettrico alla cucina, dalla sartoria all’arte, senza dimenticare la possibilità di coltivare un orto a Seregno». L’approfondimento quindi prosegue: «I ragazzi sono seguiti in questa fase da insegnanti, che hanno il compito di rimotivarli e di capire cosa si nasconde dietro la loro mancanza di voglia di applicarsi e la loro poca disciplina. La già citata articolazione in piccoli gruppi, da questo punto di vista, consente più facilmente di individuare i problemi. Abbiamo giovani che stanno facendo un bel percorso, mentre i casi in cui il progetto viene interrotto sono davvero pochi».

In-Presa: tempo e pazienza fondamentali per capire i ragazzi

Un giovane al lavoro in un laboratorio

L’orizzonte a questo punto si amplia: «Con le scuole di provenienza degli studenti la collaborazione è positiva. Il nostro è un raggio d’azione significativo: ci relazioniamo con plessi di Seregno, Desio, Sovico, Lissone, Meda, Giussano e della bassa comasca. In passato arrivavano anche ragazzi da Bresso e da Nova Milanese: qui purtroppo le difficoltà di collegamento hanno azzerato i numeri. In tutto, gli studenti sono una trentina e li suddividiamo in cinque mattine». Viganò non nasconde qualche fatica: «A volte i rapporti con le famiglie sono complicati. Spesso ci imbattiamo in genitori che non ci rispondono al telefono. Sono molto frequenti i casi in cui mamme e papà sono separati, una circostanza che favorisce lo scoppio di dinamiche comportamentali da parte dei figli non sempre facili da affrontare. Per aiutarli ad aprirsi, ci vogliono tempo e pazienza». A questa progettualità se ne affianca una seconda, che vede una ventina di volontari, supportati dagli studenti del liceo don Gnocchi di Carate Brianza, aiutare i giovani giussanesi, frequentanti la scuola secondaria di primo grado, nello svolgimento pomeridiano dei compiti.