Si svolgerà sabato 7 gennaio, alle 10 nel duomo di Monza, la messa celebrata in suffragio del papa emerito, Benedetto XVI, a sette giorni dalla sua scomparsa. Un momento di preghiera collettiva promosso dalle parrocchie del decanato di Monza, anche se molte altre hanno scelto di commemorare papa Ratzinger già giovedì, nel giorno delle esequie del papa emerito, dedicando al suffragio del pontefice tedesco la prima messa del mattino.
Benedetto XVI: le parole di monsignor Provasi
«Ho “incontrato” per la prima volta Joseph Ratzinger leggendo il suo libro “Introduzione al cristianesimo” da studente, quando ero in prima teologia. Non ho poi mai avuto occasione di conoscerlo di persona, ma resta la convinzione, fin da quel suo primo testo, di una persona capace di comunicare con un linguaggio chiaro, nuovo rospetto alla prosa dogmatica del tempo», ricorda oggi monsignor Silvano Provasi, arciprete del duomo di Monza.
Nel ricordo collettivo e dello stesso Provasi, resta l’impegno da cardinale prima e da pontefice poi contro il relativismo della fede. «Dal punto di vista umano non credo fosse portato a governare, non era nel suo dna, più adatto allo studio e alla riflessione. Tanto che papa Giovanni Paolo II lo volle accanto a sé, come consigliere e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Era capace – continua Provasi – di custodire la fede dei semplici. La sua tensione, per tutta la vita, fu quella di preservare la fede dei cattolici dagli inganni delle teorie astratte e lontane dalla dottrina. Il fatto poi che durante il suo pontificato sia riuscito a scrivere tre libri su Gesù è la prova della sua grande disponibilità allo studio e alla divulgazione dei temi della Chiesa».
Restano quasi profetiche le parole pronunciate nel Natale del 1969 dal futuro papa Benedetto XVI, quando descriveva la realtà della Chiesa che è la fotografia dei giorni attuali. «Parlava della Chiesa come di un piccolo numero, di un ritorno alle origini, alla fede dei primi cristiani, almeno per quanto riguarda i fedeli dell’occidente. Una riflessione quanto mai attuale», conclude monsignor Provasi.
Benedetto XVI: il ricordo di don Gaio e gli alabardieri
È un addio personale e commosso quello che don Massimo Gaio, parroco di San Gerardo, ha pubblicato sul sito della parrocchia. “Addio Benedetto Magno, ad – Deum, caro grande papa. Nessun commento: parlano gli sguardi”. Un messaggio accompagnato da una foto che ritrae l’allora papa Ratzinger insieme a don Gaio, scattata a Roma nel 2012, quando il sacerdote era parroco di Asso. «Conservo un ricordo indelebile di quell’incontro – racconta don Gaio – mi guardava negli occhi con infinita tenerezza. Poi feci alcune domande e lì dimostrò la sua innata timidezza abbassando lo sguardo. Fu un momento molto particolare, ebbi la sensazione di essere davanti a una persona che sapeva guardare oltre».
Anche il corpo degli alabardieri del duomo di Monza ha voluto rendere omaggio a papa Benedetto XVI a poche ore dall’annuncio della sua morte, lo scorso 31 dicembre. «Gli alabardieri si stringono in preghiera per salutare il papa emerito Benedetto XVI, un papa coraggioso e un teologo raffinato che ha vegliato sulla Chiesa fino alla fine con la sua preghiera».