Monza detiene un primato: è la città con la più alta concentrazione di scuole paritarie in Europa. Ma da quelle dell’infanzia alle superiori tutte stanno affrontando un momento di difficoltà. Basti pensare che, negli ultimi quattro anni, circa mille paritarie in tutta Italia hanno chiuso i battenti. A Monza questo rischio è scongiurato, così come nell’intero nord del Paese, perché la domanda regge ma non sono tutte rose e fiori: le paritarie devono fare i conti con il calo demografico, che ha ripercussioni sull’intero sistema scolastico, e sulla sostenibilità economica che devono affrontare in completa autonomia.
Monza e il grido di aiuto delle scuole paritarie: «Difficoltà derivate dalla crisi del 2008 e dalla pandemia»
«Da una decina di anni conviviamo con le difficoltà derivate dalla crisi del 2008 e la pandemia ci ha dato un “colpo” importante – spiega Stefano Pelizzoni, presidente della rete delle scuole paritarie – ci siamo sentiti soli, isolati e non supportati dallo Stato. Dovevamo rispondere alle famiglie che chiedevano rimborsi dei contributi perché i figli non venivano a scuola: in quel frangente tra dirigenti ci siamo aiutati e così è nata una rete. Non solo, la pandemia ha anche determinato uno spostamento delle famiglie verso le scuole statali. Adesso, sembra che sia terminata l’onda lunga di questo fenomeno ma sappiamo bene le difficoltà che le famiglie devono sostenere».
Monza e il grido di aiuto delle scuole paritarie: i contributi
Le scuole paritarie ricevono un aiuto da parte dell’Amministrazione comunale, della Provincia e della Regione per l’infanzia e la primaria, contributi che diminuiscono nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Ogni istituto sta cercando una strada per differenziarsi e mantenere la domanda, potenziando l’offerta formativa, migliorando le proposte, introducendo alcune novità, dalla tecnologia alle lingue straniere, ma non è semplice.
«Svolgiamo un servizio pubblico anche se non statale, come indicato nella legge 62 del 2000 – continua Pelizzoni – che però è applicata in termini organizzativi ma, per tutto il resto ci basiamo sulle nostre forze. A livello nazionale la Fidae (federazione istituti di attività educative che racchiude le scuole paritarie) da anni si fa portavoce di questa situazione, suor Anna Monia Alfieri, dell’ordine del Preziosissimo Sangue, è portavoce della battaglia del “buono scuola” ovvero uno strumento finanziario che metta in condizioni di parità economica le scuole paritarie e quelle statali».
Monza e il grido di aiuto delle scuole paritarie: i costi
Secondo una stima del ministero dell’Istruzione il costo medio di uno studente all’anno è, all’infanzia, di circa 6.500 euro, alla primaria 7.700 euro, alla media 6.300 euro e alle superiori di oltre 7mila euro. Le paritarie, in media, chiedono contributi che oscillano tra i 4 e i 5 mila euro l’anno.
«È stato fatto un ulteriore calcolo se tutte le paritarie in Italia improvvisamente sparissero – continua – lo Stato dovrebbe colmare un “buco di offerta formativa” di circa 6miliardi a cui si devono aggiungere le spese di gestione ordinaria. Per fortuna negli ultimi anni, oltre al contributo scolastico che chiediamo alle famiglie che sottoscrivono il nostro patto educativo, siamo riusciti ad avere la possibilità di partecipare ai bandi europei Pon e ai fondi del Pnrr che ci consentono di promuovere attività extrascolastiche a costo zero per gli alunni».