In Brianza non manca il lavoro, mancano i lavoratori. Una frase che, spesso, ricorre negli incontri tra imprenditori e nei centri per il lavoro. All’agenzia e-work di Monza, via Marsala 3, presente da otto anni in città, sono tuttora una quarantina le posizioni aperte. «I profili maggiormente richiesti – precisa Liliana Litti, branch manager – sono in particolare quelli tecnici come elettricisti, montatori, meccanici e manutentori; ma non mancano le ricerche aperte per profili più generici come magazzinieri e carrellisti. Anche il lavoro impiegatizio, principalmente amministrativo e contabile, è particolarmente richiesto».
La responsabile monzese di e-work: “Dopo la pandemia più difficile conciliare domanda e offerta”
“Il mercato del lavoro è cambiato molto – aggiunge la responsabile della sede monzese di e-work -, così come sono cambiate le abitudini e le aspettative delle persone. Oggi ancor più del periodo ante pandemia, la vera difficoltà che si incontra è il mismatching tra domanda ed offerta. Diciamo che il divario tra preparazione scolastica e bisogni delle aziende non è stato colmato e si concretizza in offerte di lavoro vacanti che coesistono paradossalmente con costante disoccupazione o inoccupazione. Sempre più il nostro lavoro è di comprensione dei bisogni, di orientamento e, spesso, anche di formazione. Solo capendo ed accompagnando le persone, riusciamo a soddisfare i bisogni delle aziende. Poi certo, problemi come i sussidi al reddito o la “voglia” di comodità (smart working e prossimità) incidono, ma non sono le uniche cause“.
e-work, i numeri della agenzia di Monza: in corso 200 rapporti di lavoro
E-Work opera su tutto il territorio nazionale con circa 35 filiali e oltre 4400 lavoratori in somministrazione. “L’agenzia di Monza – puntualizza la società – mantiene oggi quasi 200 rapporti di lavoro sul territorio, a tempo determinato, ma anche a tempo indeterminato in somministrazione (circa il 20%) e vede l’avviamento al lavoro nell’ultimo anno di oltre 700 persone. Molti di questi lavoratori transitano da noi, per poi rimanere stabilmente nelle strutture delle aziende utilizzatrici della somministrazione con un tasso di conversione vicino al 40%“.