Deragliamento di Carnate, stop al processo per la morte dell’unico ferito: si era costituito parte civile

Battuta di arresto al processo per il deragliamento nel 2020 del treno alla stazione di Carnate: nei giorni scorsi è morto l'unico ferito.
I soccorsi dopo il deragliamento
I soccorsi dopo il deragliamento

Battuta di arresto al processo per il deragliamento del treno, il 19 agosto del 2020, alla stazione di Carnate. È stata determinata dalla morte nei giorni scorsi dell’unico ferito in quell’incredibile incidente: Salak El Mansouri, un uomo del Marocco 50enne che si era costituito parte civile nel procedimento penale, il giorno del deragliamento si era addormentato sul treno, non accorgendosi della ripartenza del convoglio, e nell’incidente aveva subito ferite rimediando 40 giorni di prognosi.

Deragliamento di Carnate, stop al processo per la morte dell’unico ferito: si cercano eventuali eredi

La morte dell’uomo, deceduto nei giorni scorsi, ha determinato il rinvio del procedimento da parte del giudice del Tribunale di Monza Angela Colella, che dovrà giudicare i sei dipendenti Trenord per i quali la Procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio.  

Stop dunque all’udienza preliminare per permettere di trovare eventuali gli eredi, alcuni rimasti nel Paese di origine, che hanno diritto a chiedere un risarcimento dei danni al posto del parente defunto. Il rinvio è stato deciso per il prossimo mese di dicembre.

Deragliamento di Carnate: l’incidente al treno partito senza guida

Quel giorno, era quasi mezzogiorno, fu grande lo spavento dei passeggeri presenti sulla banchina che si resero conto di quanto stava accadendo e, probabilmente, anche perché videro quell’unico passeggero sul convoglio totalmente incurante di quanto, da lì a poco, gli sarebbe capitato.

Il treno era senza guida e prendeva sempre più velocità, finì verso il binario tronco della stazione di Carnate, deragliando e arrivando alla fine del suo viaggio “impazzito”. Tre carrozze uscirono dai binari, si accavallarono l’una sull’altra, accartocciandosi, piegandosi su un fianco e sfondando il muro che divide la linea ferroviaria dalla strada. 

Gli addetti, oggi incriminati per quei fatti, arrivati alla stazione di Paderno d’Adda erano andati al bar a bere il caffè lasciando il convoglio incustodito che si era rimesso in moto da solo iniziando la sua folle corsa.

Deragliamento di Carnate: gli imputati

Sul banco degli imputati siedono il capotreno, il macchinista e due manutentori, accusati di disastro colposo e lesioni personali.  Diverse le imputazioni per due dirigenti che sono accusati di tentato depistaggio. Infatti per i due funzionari, durante le indagini, sarebbe emerso, dice l’accusa «come alcune figure dirigenziali di Trenord srl, intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini sul disastro ferroviario, abbiano fatto rimuovere dal relitto della vettura semipilota, e poi occultato, il rubinetto del freno ed il rubinetto di intercettazione». 

Secondo gli inquirenti il disastro fu causato anche dalla «condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l’impianto frenante, senza riscontrare il malfunzionamento».