La Procura della Repubblica di Monza ha disposto gli accertamenti tecnici non ripetibili sul treno che, il 19 agosto 2020, deragliò nella stazione di Carnate dopo aver percorso circa 7 chilometri senza personale a bordo. «L’attivazione di tali accertamenti è stata preceduta da informazioni di garanzia a tredici dirigenti e tecnici di Trenord, che costituiscono atti dovuti e necessari per poter effettuare dette operazioni sulle vetture incidentate, ricoverate nel deposito di Milano Fiorenza – fa sapere la società che gestisce il trasporto ferroviario in Lombardia -. Trenord, immediatamente dopo l’incidente, aveva fornito tutta la documentazione che certifica l’avvenuto rispetto di tutte le scadenze di manutenzione del convoglio».
Questa la posizione di Trenord dopo che la Procura di Monza ha emesso tredici avvisi di garanzia a carico di altrettanti dirigenti e tecnici di Trenord, tra cui l’amministratore delegato della società Marco Piuri, tutti accusati di disastro ferroviario colposo. L’ipotesi al vaglio degli inquirenti è che, oltre al presunto errore umano del macchinista e del capotreno (indagati per disastro ferroviario colposo) che erano scesi alla stazione di Paderno-Robbiate per una pausa al bar, ci sia stato anche un guasto all’impianto frenante del convoglio.
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Da qui la richiesta di eseguire nuovi approfondimenti da parte del sostituto procuratore Michele Trianni, che ha coinvolto così tutta la catena di manutenzione, fino ai vertici di Trenord. Il treno regionale deragliò nella stazione di Carnate, dopo una corsa di sette chilometri senza guida (aveva raggiungo anche i 70 km orari di velocità): aveva finito la sua corsa su un binario tronco presente nello scalo vimercatese. Una decisione presa dai tecnici di Rfi, che avevano anche provveduto ad abbassare le stanghe dei passaggi a livello della tratta interessata, per evitare danni peggiori. A bordo c’era un unico passeggero, che fortunatamente non aveva riportato gravi lesioni.
Ora la richiesta di procedere a una nuova perizia, irripetibile, per scoprire se davvero ci sia stata alla base del deragliamento, anche un’anomalia dell’impianto frenante: la locomotiva, oggi alloggiata nel deposito Trenord di Milano-Fiorenza, sarà rimessa sui binari.