Il suo nome è noto perché è stato il primo (e finora unico) a eseguire un doppio trapianto di mano. Succedeva al San Gerardo di Monza nella notte tra l’11 e il 12 ottobre 2010 quando Massimo Del Bene, direttore della chirurgia della mano operava Carla Mari, un’impiegata del Varesotto. Quindici anni dopo Carla Mari è diventata nonna e può imboccare il suo nipotino, Massimo del Bene, 71 anni, è andato in pensione, è anche lui nonno, ma non si ferma.

Monza: la missione di Massimo Del Bene, con il francese Ley ha creato la Fondazione War Children Hospital
Ha appena creato con l’amico e collega Paul Ley, origini francesi e una carriera sui fronti di guerra, la Fondazione War Children Hospital.
«L’idea di una fondazione mi è venuta a marzo – racconta – quando sono stato tre settimane nel Tigray, nord dell’Etiopia con la Croce rossa di Ginevra per operare decine di ragazzi soldato da due anni chiusi in un ospedale militare in attesa che qualcuno si occupi di loro. Emotivamente è stato difficilissimo visitare e poi dire a molti che non erano operabili. In quei posti amputare un arto significa condannare a una vita da mendicante».
Con la fondazione e un accordo raggiunto con l’Irccs San Gerardo i bambini e i ragazzi che potrebbero avere una chance in una struttura all’avanguardia saranno invece portati in Italia e operati a Monza.
C’è già stato anche un incontro con Giovanni Verga, presidente della Fondazione Maria Letizia Verga che si è detto disponibile ad aprire Cascina Valera per accogliere i bambini e le loro famiglie.
Monza: la missione di Massimo Del Bene, le missioni umanitarie
La fondazione sarà presentata ufficialmente ad ottobre alla Camera dei deputati con una mostra di fotografie realizzate dallo stesso Ley e in un evento a Monza, promosso dalla società Geico che è tra i primi finanziatori del progetto.
Le missioni umanitarie per Massimo Del Bene sono un ritorno alle origini della sua carriera. «Nel 1975 sono stato in Uganda con il medico Piero Corti che mi portava a caccia di gazzelle per sostenere l’ospedale di Lacor – ricorda – poi tra il 2002 e il 2004 ero al Cairo con l’associazione “La chaîne de l’espoir” (La catena della speranza) per operare giovani affetti da paralisi post partum».
Nel 2019 invece al San Gerardo aveva operato una decina di giovani torturati in Libia. «Ho visto lesioni da medioevo, ustioni da benzina, mani colpite dal martello, ferite da macete. Mi sono trovato a rimediare a queste lesioni con una chirurgia che potremmo chiamare “chirurgia della tortura”».

Monza: la missione di Massimo Del Bene, l’esperienza sul campo
Con la fondazione partirà insieme a giovani chirurghi che ha formato a Monza dal 2007: il primo obiettivo saranno i campi profughi in Turchia dove si trovano i feriti della guerra in Siria, poi Bukavu in Congo dove i bambini sono costretti a lavorare all’estrazione delle terre rare e poi il nord dell’Uganda dove arrivano intere famiglie in fuga da Sudan e Congo.
«Vorremmo andare a Gaza – dice – è il nostro Sacro Graal, ma al momento la situazione è bloccata».