“Un traguardo per la sanità lombarda”. Così l’Asst Monza ha celebrato i dieci anni dal primo doppio trapianto di mani effettuato in Italia, rimasto ancora un unicum. Nella notte del 12 ottobre 2010, Carla Mari aveva riacquistato la “configurazione anatomica” delle sue mani, amputate con i piedi tre anni prima per postumi di una sepsi generalizzata sistemica, grazie a un trapianto da donatore. Oggi, dieci anni dopo, la paziente sta bene e ha riacquistato la sua autonomia con una buona mobilità degli arti.
LEGGI Monza, doppio trapianto di mani. Paziente dimessa dall’ospedale (novembre 2010)
LEGGI Carla Mari e il trapianto di mani: «Abbraccio di nuovo i miei figli» (ottobre 2011)
LEGGI Monza, quattro anni fa il trapianto: «Felice con le mie nuove mani» (ottobre 2014)
L’uso delle cellule staminali mesenchimali autologhe utilizzate nel trapianto, “un’intuizione geniale del professor Andrea Biondi”, sottolinea una nota dell’ospedale, preparate nel laboratorio Verri e utilizzate in più occasioni nell’arco di questi anni, sembrano aver dato il loro positivo apporto, non avendo avuto episodi di rigetto e con una terapia di mantenimento mono farmaco sotto la soglia terapeutica.
«L’elenco dei professionisti da ringraziare per questo bellissimo risultato è lungo, ma alcuni per il loro costante e prezioso lavoro devono essere menzionati – sottolinea il dottor Massimo Del Bene, direttore della Chirurgia plastica e della mano – Il dottor Umberto Mazza e la dottoressa Francesca Barile, che grazie al loro studio psicologico preparatorio e post-operatorio, che continua ancor oggi con Carla, hanno dato il benestare per il trapianto; la dottoressa Maria Luisa Melzi con il dottor Pietro Enrico Pioltelli che hanno impostato e seguito i protocolli terapeutici, diminuendo sempre più i farmaci fino ad arrivare ad oggi ad un solo farmaco ed è l’unico caso al momento nel mondo in un trapianto bilaterale di mani; il dottor Giuseppe Gaipa e la dottoressa Daniela Belotti per aver creduto nel progetto e aver preparato le cellule staminali autologhe. Infine Emilio Verri per aver creato il laboratorio Verri, realtà così importante e necessaria senza la quale non avremmo raggiunto questo importante risultato. Un traguardo per tutta la sanità lombarda».
Un successo confermato da lei, Carla Mari di Gorla Minore, che aveva accettato di sottoporsi al trapianto e non è mai tornata indietro.
«Oggi posso abbracciare, posso stringere mani, posso accarezzare i miei nipotini – racconta – posso toccare la vita e tutto l’impegno, la fatica, anche il dolore, è solo un ricordo del passato, ogni azione quotidiana è diventata così normale che spesso anche i miei familiari “dimenticano”. Ci sarà sempre da parte mia una riconoscenza infinita per la famiglia che ha fatto in modo che io sia potuta “rinascere”, e per tutta l’équipe medica che prima, durante e oggi mi ha seguita non solo, anzi mai, come una paziente, ma sempre in un modo così familiare e direi affettuoso, da farmi sempre sentire parte di un grande progetto, soprattutto umano».
«Un successo per la sanità pubblica – aggiunge il direttore Generale della ASST Monza Mario Alparone – e un successo per la nostra Azienda che dieci anni fa ha eseguito il doppio trapianto e che oggi brinda insieme a Carla per il risultato, dando una speranza a chi è ancora in attesa di un trapianto da donatore».