Quando finisce il Gran Premio d’Italia c’è sempre un risultato, quello sportivo che tutti conoscono. Ma ci sono anche altri risultati che non hanno classifica, non portano punti. Al limite applausi a telecamere spente o figuracce con gli addetti ai lavori. Anche quest’anno Monza li ha avuti entrambi, forse più i secondi dei primi.
F1: code in entrata e uscita
Disservizi con il pubblico, costretto a code infinite sia in entrata che in uscita, con procedure di sicurezza che cambiavano in base al volere di chi non si riesce a capire. La realtà è che la grande schiera di ragazzini dalla pettorina gialla incaricati di fare gli steward si trovavano spesso a fronteggiare persone arrabbiate a cui non sapevano dare risposte adeguate.
Anche nel paddock qualcosa non ha funzionato come sarebbe stato logico, con pass a disposizione di personaggi improbabili e schiere di ragazzini alla caccia di un autografo mentre, altro punto che non si capisce, chi doveva averlo al collo per controllare una società di cui è comunque responsabile ne era sprovvisto anche quest’anno. Tra cui la Sias stessa.
Navette per giornalisti bloccate senza logica oppure, quando avevano il via libera, fatte girare per le strade dentro e attorno al Parco ancor con meno logica.
F1: l’audio dell’inno nazionale
L’Inno d’Italia nelle corde di Andrea Bocelli era uno dei pezzi forti di questa edizione. Invece è finita con l’audio andato in tilt alla prima nota e la figuraccia in mondovisione è stata ancor peggio di quando, pochi anni fa, a cantarlo male era stato Al Bano, che peraltro siaggirava nel paddock. Poi c’è stata la triste vicenda, ad uso e consumo anche di Liberty Media, della Fan Zone.
F1: il grande pubblico
Ci sono, giusto sottolinearlo, anche alcuni aspetti positivi in questa edizione. Quello più istituzionale è l’aver avuto presente fino alla fine il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Un onore che Monza non viveva dal 1982 quando venne un altro presidente molto amato, Sandro Pertini. Ma quello più rilevante, lui sì finito più degli altri in mondovisione, è stata l’enorme quantità di pubblico che ha preso d’assalto, letteralmente di giorno e di notte, l’Autodromo Nazionale.
I numeri ufficiali parlano di oltre trecentotrentamila presenze, anche se è un dato che l’esperienza maturata negli anni fatica a collocare nella realtà, ma che sposta di poco il senso: Monza 2022 è stato effettivamente il Gran Premio del record, finendo per cancellare con un colpo di spugna il povero 2020 e il bistrattato, per il costo dei biglietti, 2021. Facendo tornare alla mente il 2019 della vittoria di Leclerc e dell’invasione rossa. Un’impresa solo sfiorata nel 2022.