Powered by

Salone del mobile: che lavoratori servono alle aziende, dagli ebanisti ai lucidatori

Mentre è in corso il Salone del mobile di Milano, gli Artigiani rilanciano sulle figure necessario al settore, che mancano: quali sono.
artigiana
Artigiana al lavoro Paolo Volonterio

Se Milano celebra il settore dell’arredamento, in Brianza e negli altri distretti del mobile ci sono figure che sopravvivono con difficoltà o che stanno scomparendo, complice la difficoltà di trovare nuove leve. Tra gli operatori introvabili si contano i falegnami ebanisti, artigiani che, partendo dalla scelta delle tavole di legno, realizzano prodotti “finiti” e personalizzati; tappezzieri e cucitrici, ovvero esperti degli imbottiti (quasi tutti uomini) e delle cuciture (in grandissima parte donne) di divani, cuscini, tende.

Lavoratori delle aziende del mobile: posto fisso garantito

Avrebbero già un posto fisso al momento in cui si iscrivono ai corsi specifici. Eppure, finora al CFP Terragni di Meda al corso da tappezziere si sono iscritti direttamente dalla terza media solo tre ragazzi. Mancano anche esperti di produzione sostenibile, ovvero coloro che scelgono i materiali, innovano i processi produttivi e formano altri artigiani. Si cercano pure restauratori di mobili (che ora sono spesso pensionati o dopo-lavoristi), carteggiatori, operatori che rendono la superficie del legnouniforme, liscia e pronta per trattamenti e rifiniture (pochissimi lavorano ancora manualmente) e montatori. E poi ci sono gli artigiani in via d’estinzione come i decoratori e i doratori.  “In Lombardia-spiega Unione Artigiani- i corsi per decoratori sono stati cancellati dalle offerte dei Centri di Formazione Professionale. Resistono gli hobbisti e pochissimi operatori professionali, ma solo se hanno anche altre competenze”.

Lavoratori delle aziende del mobile: “Possibilità straordinarie”

Alla stregua dei panda, travolti dal cambio dei processi produttivi e dei gusti del pubblico, sono gli incannatori e gli impagliatori di sedie, gli intagliatori e i laccatori e i lucidatori a mano. Per quanto riguarda questi ultimi, va detto che i pezzi unici vengono ancora laccati a mano ma gli artigiani capaci di farlo con maestria non ci sono più. Impossibile competere con le macchine per tempi, qualità e costi. 

Il Segretario Generale di Unione Artigiani Marco Accornero lancia un appello: “Nel mondo del legno-arredo l’artigianato offre possibilità straordinarie. Dobbiamo ripartire dalle scuole dell’obbligo e intraprendere una campagna per incentivare i ragazzi a scegliere i mestieri artigiani. Portiamoli nei laboratori, costruiamo delle prime esperienze di contatto col mondo del lavoro, promuoviamo incontri con i maestri artigiani. In questo modo avremmo ritorni immediati in termini di nuove iscrizioni ai Centri di Formazione Professionale”. A Monza e Brianza si contano 590 imprese del settore: due su tre sono guidate da over 50, per il 90% uomini.