L’inchiesta “Palazzopoli” che sta facendo tremare la giunta milanese di Giuseppe Sala è arrivata a Concorezzo. Tra coloro che il 23 luglio dovranno presentarsi davanti al gip Mattia Fiorentini del Tribunale di Milano, che dovrà decidere quali misure applicare a carico dei 74 indagati complessivi scaturiti dal ricongiungimento di tutti i i fascicoli in una sola maxi inchiesta, c’è anche Federico Pella. La Procura per lui e altri cinque ha chiesto l’arresto.
Urbanistica a Milano, l’onda dell’inchiesta anche a Concorezzo: l’architetto tra gli indagati
Nome che in Brianza, e in città. non è esattamente quello di uno sconosciuto. È infatti uno dei soci fondatori della J+ S, società di architettura e ingegneria civile con sede in via dei Mestieri che sul territorio ha firmato alcuni dei progetti urbanistici più importanti degli ultimi anni. Tra questi basti citare Acquaworld, la riqualificazione dell’U-Power Stadium del Calcio Monza con annesso progetto della palestra per la prima squadra al Monzello, la sede del Comitato Maria Letizia Verga, la sede di Aimb – Confindustria, la Pagani Industrie Alimentari di Vimercate e moltissimo altro ancora.
Compreso quello cittadino della scuola di via Ozanam, intervento da 13 milioni di euro circa (sugli 8,5 preventivati all’inizio dall’esecutivo Capitanio) finito nel corso degli anni al centro di una feroce polemica non solo per il costo finale dell’opera che in base allo studio di fattibilità tecnico – economica della J+S era lievitato a 20 milioni, ma anche per il pagamento di una parcella da 80mila euro (oltre ai 120mila per l’incarico iniziale) affinché la società di architettura rivedesse lo stesso progetto e ne riducesse i costi.
Urbanistica a Milano, l’onda dell’inchiesta anche a Concorezzo: l’accusa al presidente della Commissione paesaggio di un “Pgt Ombra”
L’inchiesta che vede indagato anche Pella ruota attorno alla figura di Giuseppe Marinoni, 64 anni, architetto già presidente della commissione Paesaggio di Palazzo Marino. Autore, secondo la Procura, di una sorta di “Pgt ombra” da attuarsi nel corso degli anni e che avrebbe ridisegnato progressivamente Milano con un continuo ricorso al cosiddetto partenariato pubblico-privato giustificato da interesse sociale, una specie di turbo per aggirare le normali procedure pubbliche di legge e i cui lavori sarebbero stati affidati di volta in volta ad una rete di operatori collegati da rapporti con Marinoni stesso.
È il dicembre 2023 quando sul telefono intercettato di Marinoni gli investigatori ascoltano quest’ultimo spiegare a Pella che «se riuscissimo a concludere anche solo metà dei lavori che abbiamo avviato in questi sei mesi, avremo lavori per il prossimo lustro». E ancora in un altro passaggio: «Siamo attuando un Pgt ombra». Dal canto suo lo stesso Pella in una chat finita agli atti della Procura avrebbe ribadito l’importanza ricoperta proprio dal partenariato illustratogli da Marinoni, raccomandando ai suoi interlocutori di «trovare un equilibro per qualità e collaborazione tecnica». Concludendo: «E poi spacchiamo».
Secondo l’inchiesta, il manager concorezzese avrebbe corrotto Marinoni attraverso dei munifici contratti di collaborazione in cambio di pareri favorevoli a propri progetti sul ricchissimo mercato immobiliare milanese.
Il gip Fiorentini ha già escluso a carico di Pella e degli altri il pericolo di fuga e di inquinamento delle prove, circostanza che potrebbe escludere a loro carico la misura cautelare in carcere. L’udienza è fissata per mercoledì 23 luglio.