Trasformare l’intera area dell’ospedale vecchio di Monza in un centro sanitario all’avanguardia, gestito dall’Asst Brianza e non dalla Fondazione Irccs San Gerardo: è l’impegno affidato dal consiglio regionale della Lombardia alla giunta del Pirellone (ormai la prossima, evidentemente) grazie a un ordine del giorno di fine anno.
A firmarlo, Marco Fumagalli del Movimento 5 stelle: un documento che – votato nell’ambito della legge di bilancio regionale – è piaciuto a tutti, dal momento che è stato approvato da 63 consiglieri regionali su 64 presenti (i seggi sono 80). Si tratta, di fatto, di cancellare l’accordo di programma del 2008 tra Comune, Regione e Azienda ospedaliera per la vendita dell’area, che non ha mai dato risultati: l’obiettivo era finanziare con quelle entrate i lavori di restauro dell’ospedale Nuovo, ma la mancata vendita qualche anno fa ha spinto il Pirellone a coprire quei costi con altre risorse svincolando la vendita dell’ospedale.
Super polo sanitario al Vecchio: i due bandi deserti
Ora tutto il consiglio regionale su invito M5S chiede un ulteriore passo: stracciare l’accordo e disegnare un futuro differente per l’area, interamente dedicato alla salute. Anche perché, si legge nel testo approvato che impegna la giunta, “dopo due bandi andati deserti e nonostante la considerevole riduzione del prezzo di acquisto, da 50 a 37 milioni di euro, è necessario ripensare la destinazione d’uso dell’intera area” e peraltro “la pandemia ha messo alla luce le gravi lacune del sistema sanitario lombardo in tema di medicina territoriale e che i fondi del Pnrr sono destinati per la realizzazione di case della comunità anche in ottica di ottimizzazione delle risorse e delle prestazioni”.
Il punto di partenza è che l’Asst Monza ha già destinato parti dell’area di via Solferino a Monza a Casa di comunità (anzi, c’è già il cartello). E allora, tutti la superficie, “anziché essere destinata alla vendita e alla speculazione immobiliare (altri potrebbero usare il termine valorizzazione, con l’apertura all’edilizia, ndr),
dovrebbe essere destinata ad ospitare strutture sociosanitarie e assistenziali d’eccellenza secondo il
modello descritto nel Pnrr“.
Super polo della salute al Vecchio: passo dopo passo
E allora, passo dopo passo, presidente e giunta lombardi sono ora impegnati “a revocare l’accordo di programma sull’area del vecchio ospedale di Monza in modo da destinare l’area ad attività di natura pubblica sociosanitaria e assistenziale previa ristrutturazione e riqualificazione dell’area; a completare la costituzione della Casa di comunità presso l’ospedale vecchio con il trasferimento delle attività di tipo ambulatoriale e territoriali attualmente svolte presso il costituendo Irccs San Gerardo dei Tintori; a individuare presso l’ex ospedale vecchio la sede del distretto e di tutti i servizi socio sanitari ed
assistenziali di competenza al fine di determinare un modello di riferimento per la medicina
territoriale del nostro Paese“.
Secondo l’ordine del giorno approvato via Solferino dovrebbe ospitare anche una Centrale Operativa Territoriale nonché un presidio di qualità in relazione alle attività di emergenza urgenza e continuità
assistenziale H24 e prevedere negli spazi del Vecchio che non verrebbero utilizzati “edifici ad uso
residenziale pubblico con particolare attenzione per le esigenze dei disabili e degli anziani in modo
da garantire l’immediata fruizione dei servizi ivi gestiti”.
Il super polo della salute nelle mani dell’Asst Brianza
L’area, aggiunge il documento, dovrebbe essere “la più innovativa possibile con spazi dedicati alla socialità e alla prevenzione oltre che alla cura, con le più moderne forme di intervento quali la palestra della salute e la pet therapy“. Con un dettaglio fondamentale: programmare – come inevitabile data la natura dell’Irccs – il trasferimento della proprietà della struttura dalla Asst di Monza alla Asst
Brianza “che subentrerà in tutti i rapporti non aventi natura ospedaliera e di ricerca al momento del
completo avvio dell’Irccs San Gerardo”, il cui cda si è insediato l’1 gennaio.
Si tratta di un impegno che il consiglio regionale ha affidato alla giunta lombarda, per ora niente più: sarà il prossimo governo del Pirellone ha dare corso al documento.