“L’Amico della famiglia”, il mensile della parrocchie di Seregno, col numero in uscita sabato 21 gennaio, raggiunge l’invidiabile traguardo dei cento anni, al servizio della comunità. Nato come “Bollettino della parrocchia san Giuseppe”, L’Amico della famiglia, attraverso i suoi prevosti e i suoi sacerdoti che l’hanno diretto è arrivato ad essere il mensile della comunità pastorale san Giovanni Paolo II. E dal settembre 2014, affidato per la prima volta ad un direttore laico, Luigi Losa, già direttore per vent’anni de Il Cittadino di Monza e Brianza. Una scelta compiuta dall’attuale parroco e responsabile della comunità pastorale monsignor Bruno Molinari, convinto che fosse il tempo di dare piena attuazione a quella “corresponsabilità” dei laici nella vita della Chiesa a partire da quella locale secondo quanto indicato dal Concilio Vaticano II nella “Lumen Gentium”, una delle quattro costituzioni conclusive.
I cento anni de “L’Amico della famiglia” di Seregno: dal 2014 diretto da Luigi Losa
“Il primo a credere ne L’Amico della famiglia– ha scritto Losa nell’articolo di fondo del numero centenario- al pari del fondatore e dei suoi predecessori, è sempre stato monsignor Molinari, assumendosi anche gl inevitabili oneri economici nel momento in cui ha espressamente voluto la diffusione gratuita, coperta fortunatamente e per quanto possibile in parte dalla pubblicità di esercizi e aziende che hanno compreso il valore non solo ecclesiastico della testata”. L’Amico della famiglia è il frutto e il risultato di un gruppo di collaboratori tutti volontari, di cui alcuni di loro cresciuti alla grande scuola di giornalismo di don Pino Caimi, che ha retto le sorti del mensile, per oltre vent’anni, senza mai esserne il direttore responsabile. “Oggi il compito, la mission– ha proseguito Losa- al di là del contenuto stesso della testata, è quello di contribuire a rendere sempre più concreta, viva, propositiva e propulsiva quella comunità pastorale che può e deve essere il “sale” e il “lievito” di un popolo cristiano a tratti smarrito e incerto, ripiegato su sè stesso, indifferente e privo di speranza e fiducia nel futuro”.
I cento anni de “L’Amico della famiglia” di Seregno: primo numero curato da monsignor Ratti
Ad iniziare la pubblicazione de L’Amico della Famiglia è stato nel gennaio 1923 l’allora prevosto monsignor Enrico Ratti, che era in carica dal 1916. Nella presentazione scriveva che il bollettino aveva lo scopo di riportare il “pensiero del parroco” unitamente a “notizie di indole storica e religiosa”. Da tempo monsignor Ratti aveva in animo una pubblicazione, ma non gli era stato possibile mettere in atto il suo proposito. Provvidenzialmente, persone volonterose si erano fate avanti per contribuire all’opera il cui fine era tutto ed unicamente per Seregno, nell’ambito di un periodico “che vorrà essere tutto intonato al pensiero religioso”. Il bollettino nel suo primo numero comprendeva una sezione di commento ai vangeli festivi (la parola di Dio), un appunto intitolato “Igiene, vaiolo e vaccinazione”; un piccolo racconto edificante ( l’ideale), un resoconto delle “offerte pro santuario di Santa Valeria”, l’elenco dei battesimi, morti, matrimoni, l’invito alle lettura de “il mio libro”. Concludevano il primo numero un articolo su “l’insegnamento religioso nelle scuole” e una piccola sezione di “passatempo”.
I cento anni de “L’Amico della famiglia” di Seregno: preceduto da “Il parroco ai parrocchiani di Seregno”
L’Amico della famiglia, era stato preceduto nel 1911-13, da un’altra pubblicazione, promossa dall’allora prevosto monsignor Carlo Dalmazio Minoretti ( dal 1909 al 1915), poi promosso vescovo di Crema (1915-1925) e successivamente nominato da Papa Pio XI, Achille Ratti nativo di Desio, cardinale arcivescovo di Genova ( 1925-1938 anno del decesso). Il periodo si intitolava “Il parroco ai parrocchiani di Seregno”.