Pedemontana a Lesmo, i cittadini: «Ci state vandalizzando»

Le domande dei residenti ai vertici della società che costruirà l'autostrada est-ovest nell'assemblea pubblica.
L'assemblea con Pedemontana a Lesmo
L’assemblea con Pedemontana a Lesmo

La nostra domanda è arrivata a microfoni spenti, al termine di una lunga serata che alla fine si è fatta faticosa. La risposta è rimasta in sospeso nel parcheggio del Comune di Lesmo: si usa spesso come argomento, per chi si lamenta del rumore dell’autodromo di Monza o vive nella villetta sotto l’aeroporto, se quelle strutture non fossero già lì al momento del trasloco.
Ma cosa può dire Pedemontana ai cittadini che un domani apriranno la finestra di casa in via Ungaretti o in via Monti a Lesmo (come pure nelle altre città interessate dall’opera) e anziché l’orizzonte – come verificato dai vertici stessi della società in sopralluogo – o i boschi dei primi Colli Briantei affacceranno su barriere fonoassorbenti alte sei metri?

Autostrada Pedemontana mercoledì sera, in una sala del consiglio occupata in ogni posto a sedere e in piedi, ha incontrato i cittadini di Lesmo e dintorni in quello che è il tour di presentazione dell’opera ai Comuni interessati dalla Tratta C. L’ingegnere responsabile Andrea Monguzzi e il direttore Sabato Fusco hanno portato le slide del progetto, in cambio hanno ricevuto numerose domande di un pubblico attento, competente, informato e desideroso di risposte.

Pedemontana a Lesmo, i cittadini: «A cosa servono sei corsie?»

«A cosa serve? A cosa servono tre corsie per senso di marcia?» è stato chiesto due, forse tre, volte a microfono e molte di più a mezza voce. La Pedemontana servirà ad andare «da Bovisio Masciago a Vimercate in dieci minuti». Tre corsie perché secondo gli studi di traffico realizzati è la larghezza per evitare il rischio congestione.
Pedemontana arriverà a Lesmo da Biassono, dove la tratta è stata presentata la settimana scorsa, con un ponte a scavalco sul fiume Lambro: verrà innalzata di cinque metri la ferrovia (compresa la banchina) con stop di un anno alla linea S7 e realizzato un ponte con dieci archi. Alla rotonda della Yamaha il percorso sarà alzato rispetto alla sede attuale e poi correrà a est sulla Sp7 in direzione della nuova zona commerciale dell’Iperal. Nei 1.000 giorni stimati di lavoro non verrà interrotta la viabilità locale, anche per la realizzazione del sottopasso in via Brianza.

La preoccupazione per lo stop al Besanino ha quindi riacceso i riflettori sulla linea Seregno-Carnate-Bergamo, tuttora sospesa: potrebbe essere riattivata, dicono i pendolari, se non addirittura potenziata come era in programma anche nel primo progetto di Pedemontana. Una notizia in questo senso è arrivata dalla sindaca Sara Dossola, che ha fatto gli onori di casa chiedendo più volte un dialogo civile pur nel dissenso: il 6 marzo è in programma un incontro interlocutorio con l’assessore regionale Lucente per analizzare la questione.

«Ci sentiamo vandalizzati e deturpati del nostro territorio – ha esordito all’apertura di confronto un rappresentate del Comitato No Pedemontana per mettere in chiaro il clima della serata – Quello che sta accadendo nei boschi di Arcore ha dell’incredibile. Chiediamo maggiore ascolto del territorio e degli amministratori, inoltrate la richiesta al vostro azionista di maggioranza latitante da sempre. Vogliamo andare tutti in una direzione: migliorare la qualità della vita».
«Quando viene toccato un territorio si toccano le sensibilità – è stata la risposta – Però questo progetto è frutto di un percorso, siamo a disposizione per ascoltare suggerimenti».

Pedemontana a Lesmo, i cittadini: «Violate la Costituzione»

E poi le domande sulla sicurezza e rischi per la salute. Cosa succederebbe se muovendo i terreni anche qui, come sta succedendo per la Variante Tremezzina, dovessero emergere inquinanti come arsenico e metalli? «Qui scaviamo terreni naturali, le analisi ambientali effettuate escludono di trovare questi inquinanti». E i camion. Per la realizzazione quasi del tutto in trincea, il transito di mezzi carichi di terra è stato calcolato “in 100 al giorno – è stato detto nel mormorio preoccupato – dieci all’ora sulla viabilità ordinaria. Un traffico piccolo su una strada a una corsia con picco di duemila veicoli nell’ora di punta”.
Ma il confronto alla fine è tornato sempre lì: «A cosa serve? Mi permetto di dire che state anche violando la Costituzione che all’articolo 9 prevede la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni», ha detto un giovane diplomato in Agraria provocando una reazione del direttore (“È un comizio“).

E poi la ricerca affannosa di rassicurazioni per provare a difendere un territorio che mantiene ancora una sua peculiarità ambientale: sono stati considerati «i ristori per la riforestazione, il rischio di dissesto idrogeologico in un territorio già a rischio allagamenti, la tutela della zona umida del Laghetto nei boschi di Arcore?». La serata non ha risparmiato toni alti e qualche tensione (in aula comunque erano presenti anche i carabinieri della stazione di Arcore e la polizia locale). Le risposte di Pedemontana non hanno soddisfatto i cittadini, sempre convinti che sarà un’opera dall’impatto eccessivo sul territorio in cambio dei benefici promessi.