Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: Ministero per l’immunità

Il Ministero degli Esteri ha ribadito la convinzione di far avvalere dell’immunità diplomatica i suoi dipendenti coinvolti nell’omicidio di Luca Attanasio.
Luca Attanasio
Luca Attanasio

Il Ministero degli Esteri, attraverso i suoi testimoni, ha ribadito la sua convinzione di far avvalere dell’immunità diplomatica i suoi dipendenti coinvolti nella vicenda dell’omicidio di Luca Attanasio, ex ambasciatore in Congo, 40 anni di Limbiate, ucciso in un agguato nel 2021.

Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: si decide il 13 febbraio

Questo è emerso nella prima udienza preliminare davanti al Gup di Roma, che si è tenuta mercoledì 24 gennaio, durante l’escussione di due testimoni della Farnesina. Il giudice ha poi acquisito alcuni documenti che attesterebbero la legalità dell’immunità in punta anche di diritto e di merito, rinviando la decisione al 13 febbraio. Sarà allora che si deciderà se andrà avanti o si chiuderà il processo per falso e omicidio colposo nei confronti di due dipendenti del Programma alimentare mondiale, agenzia dell’Onu, che aveva organizzato la missione di Attanasio in Africa.

Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: le parole del papà Salvatore

«Un altro tassello è stato messo speriamo di andare avanti – ha detto il papà di Attanasio, Salvatore – noi vogliamo tutta la verità».

Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: l’omicidio

Luca Attanasio, giovane ambasciatore in Congo, nato e vissuto a Limbiate, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e con l’autista Mustapha Milomba, erano stati uccisi in un agguato il 22 febbraio 2021 in Africa. Intanto c’è già stato un processo celebrato in Congo la scorsa primavera, con sei imputati (di cui uno tuttora latitante) condannati all’ergastolo come esecutori materiali dell’assalto al convoglio, nel quale lo Stato si era costituito parte civile.

Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: gli imputati

Imputati in attesa di capire se verrà accettata la loro chiesta di avvalersi dell’immunità, Rocco Leone, all’epoca vicedirettore del Pam in Rd Congo, e Mansour Luguru Rwagaza, la cui posizione è stata stralciata, poiché il funzionario risulta irreperibile. In particolare i due indagati sono accusati di avereattestato il falso, al fine di ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell’Onu, indicando nella richiesta di autorizzazione alla missione, al posto dei nominativi dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci – spiegò una nota della Procura – quelli di due dipendenti Pam così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio e ciò in quanto non avevano inoltrato la richiesta, come prescritto dai protocolli Onu, almeno 72 ore prima“.

Omicidio Attanasio, un altro rinvio per il processo: chi c’è vicino ala famiglia

Insieme alla famiglia Attanasio, che questa volta non si è costituita parte civile perché risarcita, sono molte associazioni che si occupano di cooperazione internazionale come Focsiv, Aoi, Acli e Forumsad e anche GliAmici di Luca Attanasio, attiva in brianza.

«Siamo vicini alla famiglia di Attanasio perché vogliamo giustizia per Luca; l’ immunità cancella la verità e solo cercandola possiamo dare un messaggio di speranza nella Giustizia a tutti i cittadini italiani, ma anche per un sostegno della famiglia di Luca – ha detto Ivana Borsotto, presidente di Focsiv – Luca per noi che ci occupiamo di cooperazione internazionale era un faro, un ambasciatore unico che ha incarcato in sé cosa voglia dire fare cooperazione nell’ambito delle istituzioni estere».